FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Raffica di furti al bar. I titolari si appostano in via Indipendenza e fanno arrestare il ladro

È successo al ’bar del Cuore’. Nei guai un romano, fuggito il complice. Il gestore del locale: "Li vedevamo in azione dalle telecamere. Entravano nelle cantine e portavano via tutto quello che c’era".

È successo al ’bar del Cuore’. Nei guai un romano, fuggito il complice. Il gestore del locale: "Li vedevamo in azione dalle telecamere. Entravano nelle cantine e portavano via tutto quello che c’era".

È successo al ’bar del Cuore’. Nei guai un romano, fuggito il complice. Il gestore del locale: "Li vedevamo in azione dalle telecamere. Entravano nelle cantine e portavano via tutto quello che c’era".

Quattro furti – di cui due a un paio d’ore di distanza tra loro – in cinque giorni. Finché, esasperati, il figlio del titolare, un dipendente del bar nel mirino e un amico hanno deciso di fare ’la posta’ ai ladri. E lunedì sera sono riusciti a bloccarli, anche con l’aiuto del tassista Hendrik Atti (nel 2019 premiato dal Comune per avere salvato da un’aggressione un operatore ecologico), permettendo ai carabinieri di arrestare uno dei due, un romano di 37 anni.

Racconta i fatti il titolare del locale, il bar Cuore di via Indipendenza 21c, Aldo De Cicco. Il quale si rammarica: "Sono 28 anni che gestisco questo bar e non mi era mai capitato un furto. E adesso, in pochi giorni, questo". Tutto comincia la notte tra sabato 17 e domenica 18 agosto. Quando ignoti si introducono nel palazzo che ospita la cantina di pertinenza del bar e si introducono in questa e in quelle di altri condomini, asportando quello che riescono. Si tratta di due ’raid’ successivi: uno alle 23, l’altro all’una e 40, evidentemente per portare a termine l’opera. Dalla cantina del bar, che solitamente ospita solo qualche tavolino e attrezzatura da lavoro, ma in estate pure qualche bibita da conservare al fresco, rubano vini, liquori, bevande gassate, poi una macchina per fare la granita e una per il cioccolato. "Sappiamo gli orari precisi perché dalle telecamere di sorveglianza (i cui filmati sono ora nelle mani delle forze dell’ordine, e sul nostro sito ilrestodelcarlino.it/bologna, ndr) si vedono distintamente – prosegue De Cicco –. Due uomini, piuttosto alti, a viso scoperto. Entrano dal portone con facilità e dopo un po’ escono con sottobraccio le nostre cose".

Non finisce lì. Tre giorni dopo, alle 4 di notte del 21, tornano. "Sempre gli stessi, svelano le telecamere – spiega De Cicco –. Hanno preso di mira le stesse cantine per poi dileguarsi". Il venerdì mattina la porta della cantina viene fatta sostituire. "Pensavamo di avere risolto. Invece no. La sera stessa sono tornati: avevamo chiuso da cinque minuti". A quel punto, "in cantina avevamo lasciato solo quattro di casse di Coca cola da 20 euro l’una. Hanno preso tutto buttando pure a terra alcune bottiglie".

Da lì, dopo le denunce, la decisione disperata: "Mio figlio, un dipendente e un amico si sono appostati nei pressi dell’ingresso del palazzo con le cantine. E verso le 21, ecco i soliti due tizi che entravano dal portone. Subito, l’amico ha chiamato il 112, mentre mio figlio e il dipendente tenevano d’occhio la situazione. Quando i ladri sono usciti, li hanno bloccati". Le grida seguite al parapiglia hanno attirato l’attenzione del tassista Hendrik, di passaggio per caso: "Sono fatto così, aiutare chi ha bisogno mi sembra il minimo – dice –. Attorni c’erano tante persone che però non hanno avuto il coraggio di intervenire".

Uno dei ladri è comunque riuscito a fuggire, strappandosi di dosso la maglietta per cui era trattenuto, l’altro – il romano – è stato bloccato. "Solo Hendrik, nostro cliente, ha dato una mano – si rammarica il barista Aldo –, gli altri hanno solo fatto video col cellulare...". Nel giro di pochi minuti, comunque, sono arrivati i carabinieri, che hanno arrestato il ladro. Il quale ha poi "minacciato mio figlio di morte – chiude il barista –. In mano aveva un cacciavite, che però non ha usato. Ora abbiamo paura torni. La soluzione? Più carceri". Il danno subito ammonta a qualche migliaio di euro. L’indagato, dopo l’udienza di convalida, ha avuto la misura dell’obbligo di firma.