REDAZIONE BOLOGNA

Raccolta firme contro il tram Fd’I: "È pericoloso, va fermato"

Banchetto stamattina in via Saffi contro l’opera che divide. Cavedagna: "La strada non è adatta". Lisei: "La giunta rifletta sulle conseguenze". Venturi (Lega): "Bagno di sangue con i parcheggi persi".

Raccolta firme contro il tram Fd’I: "È pericoloso, va fermato"

Fratelli d’Italia non molla la presa sulla Linea Rossa del tram. Dopo il botta e risposta tra il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Galeazzo Bignami, e Palazzo d’Accursio sul peso dell’infastruttura soprattutto nel suo passaggio in via Saffi, oggi Fratelli d’Italia terrà una raccolta firme sul luogo dell’alluvione "per dire no al tram".

Lo farà proprio in via Saffi: dalle 10 alle 12 il banchetto dei meloniani sarà all’angolo tra l’importante arteria del traffico e via dello Scalo. Il senatore Marco Lisei ieri ha rilanciato la tesi della ‘incompatibilità’ del mezzo per quell’area di Bologna: "Le piogge dei giorni scorsi e l’allagamento di via Saffi (già interessata da dissesti del manto stradale), avvenuto a causa dell’esondazione sotterranea del Torrente Ravone, avrebbero dovuto portare la giunta comunale a mettere in discussione la fattibilità del tram – ha dichiarato Lisei –. Riteniamo quest’opera inutile per la vittà, dannosa per le attività commerciali e, ad oggi, anche pericolosa". Lisei sarà, assieme ad attivisti e consiglieri di quartiere, al banchetto in via Saffi. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di Fd’I in Comune, Stefano Cavedagna. "Con questa situazione in via Saffi ci sembra inverosimile portare avanti un’opera" come il tram. "È un’opera per noi non ha senso – ha ribadito Cavedagna – soprattutto su quel tragitto". FdI ha presentato anche tre interrogazioni in Comune e un’interrogazione parlamentare nel tentativo di fare chiarezza sulle responsabilità dell’alluvione in via Saffi e bloccare i cantieri del tram.

Anche la Lega è molto critica sulla scelta di andare avanti con il tram. "Alla luce di quanto accaduto in via Saffi, degli extra costi per la realizzazione dell’opera che non ci è ancora dato sapere dove verranno attinti e del tessuto sociale ed economico che non sarà in grado di sostenere anni di cantierizzazione ben oltre i tempi previsti – argomenta il portavoce Giulio Venturi –, siamo sempre più contrari a quest’opera. Per non parlare delle decine di posti auto che andranno persi in pieno centro storico e della follia di riaprire il canale di Via Riva Reno in un periodo caratterizzato da precipitazioni sempre più sporadiche e con carattere alluvionale. Cosa succederà quando il canale sarà a secco? Non si pensa ai topi, alle zanzare, al cattivo odore dell’acqua stagnante? Bologna non è Milano e prima di pensare ai Navigli ci sarebbero ben altre cose da sistemare, ponti e strade in primis".

Paolo Rosato