Buoni pasto a tutti i lavoratori di Asp Seneca di Terre d’Acqua. La Uil Fpl di Bologna nei giorni scorsi a dato il via alla raccolta firme per estendere il riconoscimento dei buoni pasto o servizio di mensa sostitutiva a tutti i dipendenti delle strutture gestite da Asp (Azienda servizi alla persona) Seneca di Terre d’Acqua. "Avevo già chiesto all’azienda – dice Umberto Bonanno coordinatore metropolitano Uil Fpl – il riconoscimento dei buoni pasto a tutti i lavoratori come previsto dal contratto nazionale di lavoro. Tuttavia dobbiamo rilevare che l’azienda prende tempo e non pare voglia sottoscrivere a breve alcun accordo sindacale". Asp Seneca, con sede amministrativa a Persiceto, è un’azienda pubblica di servizi alla persona che si occupa della gestione di servizi rivolti ad anziani, famiglia, minori, adulti svantaggiati e persone diversamente abili.
"L’attuale spesa per i buoni pasto – rileva il sindacalista – è pari a 36.600 euro e l’eventuale estensione a tutti i lavoratori graverebbe sulle casse dell’ente per ulteriori 78.400 euro. Tuttavia dei 36.600 euro previsti a bilancio solo una minima parte va alle persone che lavorano nelle strutture residenziali". La raccolta firme è partita il 5 novembre scorso a Sant’Agata, ha fatto tappa a Crevalcore e il 25 novembre si chiuderà a San Giovanni in Persiceto. E le firme raccolte saranno consegnate all’azienda. "Leggo con stupore – replica Lorenzo Sessa, direttore generale di Asp Seneca – dell’iniziativa, intrapresa esclusivamente dalla Uil e non dalle altre sigle sindacali Cgil e Cisl presenti in azienda, di estendere il riconoscimento buoni pasto a tutti i dipendenti, in particolare ai turnisti, di Asp Seneca su un tema dove è appena cominciato un confronto sindacale. In sede di contrattazione integrativa Asp ha evidenziato che il contratto nazionale di lavoro dispone che ’Gli Enti, in relazione al proprio assetto organizzativo e compatibilmente con le risorse disponibili, possono istituire un servizio mensa o attribuire buoni pasto sostitutivi’. Quindi è una possibilità e non un obbligo normativo".
"L’adozione di tale misura, estesa soprattutto a tutti i lavoratori turnisti – aggiunge il direttore generale – comporterebbe un maggiore costo di circa 115.000 euro rispetto all’attuale spesa, e in un periodo molto complesso per i bilanci delle Asp regionali, sarebbe un passaggio da considerare con molta attenzione; inoltre è opportuno sottolineare che il riconoscimento del buono pasto è strettamente collegato al diritto alla pausa di almeno 30 minuti. E questo significherebbe rivedere radicalmente tutti i turni di lavoro eccedenti le 6 ore".
Pier Luigi Trombetta