ZOE PEDERZINI
Cronaca

Qui Monterenzio. La parete si sfalda. Pubblica assistenza sepolta dal fango

Sgretolati dal diluvio gli stessi costoni crollati nel maggio 2023. La rabbia dei cittadini: "Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni".

Qui Monterenzio. La parete si sfalda. Pubblica assistenza sepolta dal fango

Sgretolati dal diluvio gli stessi costoni crollati nel maggio 2023. La rabbia dei cittadini: "Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni".

Monterenzio è ferita, di nuovo, ancora più di prima dopo l’ennesima alluvione, scatenatasi sabato notte. Il paese è stato stretto in una morsa di devastazione: il fiume Idice, che scorre lungo tutta la via principale, si è ingrossato a tal punto da tracimare e invadere la carreggiata della sp7 travolgendo tutto ciò che trovava. Dall’altra parte la montagna, che incornicia la cittadella appenninica, ha iniziato di nuovo a sgretolarsi sotto i colpi della pioggia investendo macchine, negozi, i cortili delle case e persino la struttura della Pubblica Assistenza. E ieri mattina lo scenario che si poteva scorgere a Monterenzio era, nuovamente, post apocalittico.

Tutti i cittadini erano lungo le strade ad aiutarsi vicendevolmente con tutti i mezzi a disposizione, e dalle montagne continuavano a fuoriuscire fiotti d’acqua. Inutile dire che qualcosa in più si poteva fare, ed è sotto gli occhi di tutti che non è stato fatto: le frane si sono verificate perlopiù negli stessi punti dove la parete si è sgretolata a maggio 2023. Quella che si erge dietro la Pubblica Assistenza si era spaccata già nel maggio 2023, causando danni ingenti anche a tutte le attività commerciali in quel tratto. Da allora queste attività hanno ripreso vita grazie alle proprie pale, che hanno ridato vita a strade e locali, e alla propria forza di volontà. Ma quel costone è stato abbandonato a se stesso. E con le piogge di sabato ha fatto sentire la sua rabbia dapprima con un forte boato e, poi, rovinando al suolo e devastando tutto, di nuovo.

"Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni – urlano i cittadini –. Si sono preoccupati di scavalcare burocrazie e tempi tecnici per tirare giù un guado che avevamo costruito come via d’emergenza in alternativa alla Idice. A mettere in sicurezza le pareti rocciose che circondano il paese, però, chissà come mai non hanno fatto in tempo". E a sostenere questa polemica è anche la politica. Così, infatti, il consigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti: "Ho potuto constatare una situazione che avevo già segnalato alla Regione con un atto ispettivo lo scorso agosto. Avevo chiesto se il movimento franoso fosse davvero concluso, e la risposta dagli uffici di viale Aldo Moro, arrivata qualche settimana fa, indicava che i fenomeni erano stati classificati come ’scivolamenti rapidi’ e invece la situazione si è aggravata: l’area è stata di nuovo colpita da un nuovo movimento franoso, mettendo a rischio una zona strategica per la sicurezza del territorio. Questo fatto dimostra come le segnalazioni che avevamo fatto in tempi non sospetti siano state ignorate, e oggi ci troviamo di fronte a una ripetizione di una crisi annunciata. È inaccettabile che una zona così importante per la gestione delle emergenze sia lasciata in queste condizioni".

Polemiche a parte, i cittadini di Monterenzio ora hanno bisogno di forza lavoro: perché con la forza di volontà si arriva fino a un certo punto. Sul territorio ci sono ad oggi numerose frane attive che stanno compromettendo la sicurezza e la viabilità. In particolare, le frane sul Ponte di via Olgnano, nella frazione Fiumetto, e quella che ha travolto la Pubblica sono tra le più gravi. Il fango e i detriti hanno letteralmente invaso la struttura, rendendo inutilizzabili i locali e mettendo a rischio le operazioni di soccorso. Per non parlare della viabilità, che è stata pesantemente compromessa: la circolazione sulla sp7 è fortemente limitata per consentire i lavori di ripristino. Oltre ai danni alle infrastrutture, si contano anche diversi sfollati: queste famiglie sono state accolte presso strutture ricettive del territorio, che si sono subito rese disponibili, così come diverse aziende e cittadini, che hanno offerto ospitalità e aiuto a chiunque ne avesse bisogno.