Quattrocento firme contro il maxi-viadotto

La petizione per cambiare il progetto del quadruplicamento della ferrovia è stata consegnata dal comitato alla sindaca Pillati

Quattrocento firme contro il maxi-viadotto

Quattrocento firme contro il maxi-viadotto

Sta destando notevole preoccupazione il progetto di Rete Ferroviaria Italiana per il quadruplicamento della linea ferroviaria tra Bologna e Castel Bolognese - Riolo Terme. L’infrastruttura, infatti, sarà impattante a livello territoriale, includendo un viadotto, e potrebbe portare a una serie di espropri nei territori attraversati. I cittadini dei vari comuni si sono già attrezzati e c’è già chi, riunito in comitati, ha organizzato un’imponente raccolta firme.

È il caso del Comitato di San Lazzaro che, nella prima serata di ieri, ha consegnato le firme, più di quattrocento, in Comune alla neo eletta sindaca Marilena Pillati. A parlare per voce del gruppo sono i promotori Serena Marchi, Valentina Zocca e Silvia Nerveni: "Siamo stati ricevuti in piazza Bracci dalla prima cittadina Pillati per consegnare le 416 firme, raccolte a San Lazzaro di Savena, per la modifica del progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese, con l’esclusione delle prime tre varianti proposte, come già comunicato tramite mail all’ufficio del sindaco e alla sindaca stessa in data 17 giugno".

Dal Comitato aggiungono: "Siamo consapevoli che l’ultima soluzione proposta da Rfi, l’affiancamento all’attuale sedime ferroviario, non sarà quella definitiva e non scongiura gli scempi preannunciati. Consegnando le firme diciamo con fermezza che lo scenario prefigurato non ci soddisfa pienamente perché, in tutte le soluzioni proposte, l’opera viaggia su viadotto; e anche la soluzione in affiancamento all’attuale sedime ferroviario, da noi tanto caldeggiata, viene proposta su viadotto". In conclusione per il Comitato: "Non possiamo arrenderci all’idea che la soluzione definitiva sarà quella più economica anziché quella che recherebbe minor danno all’ambiente, al tessuto sociale ed economico della nostra campagna, evitando alle aziende agricole del territorio il fallimento e l’impossibilità di progettare e realizzare piani di sviluppo orientati al biologico. In particolare, la zona della campagna di Colunga, oltre ad essere zona di ripopolamento e cattura fauna selvatica, è ricca di falde acquifere (sono famose le otto fonti) che rischiano di essere seriamente danneggiate. La nostra non è una protesta, ma una sensata presa di posizione affinché siano esaminate e valutate soluzioni di percorso misto che considerino l’affiancamento scongiurando, se possibile, il viadotto, per evitare ecomostri e provocare danni irreparabili alle nostre campagne".

Zoe Pederzini