AMALIA APICELLA
AMALIA APICELLA
Cronaca

Quattro vasche in città: "Ecco dove nuovi bacini limiterebbero le piene"

Interventi possibili alla Staveco, Prati di Caprara, DumBo ed ex Cierrebi. All’incontro anche la proiezione del docufilm ’Ho visto il finimondo".

Interventi possibili alla Staveco, Prati di Caprara, DumBo ed ex Cierrebi. All’incontro anche la proiezione del docufilm ’Ho visto il finimondo".

Interventi possibili alla Staveco, Prati di Caprara, DumBo ed ex Cierrebi. All’incontro anche la proiezione del docufilm ’Ho visto il finimondo".

‘Ci facciamo quattro vasche?’, ironicamente, ma nemmeno troppo, è il titolo dato dell’incontro organizzato dal comitato Salviamo il Canale Navile in occasione della giornata mondiale dell’acqua. Le vasche cui fanno riferimento sono quelle di laminazione, ovvero "aree idonee alla costruzione di grandi bacini per la mitigazione del rischio alluvioni", spiega Gabriele Bernardi, presidente dell’associazione Vitruvio. Sono quattro le aree individuate in città dal comitato in cui potrebbe essere prevista la costruzione di vasche di laminazione.

L’area Staveco, se accogliesse una grande vasca di laminazione potrebbe "raccogliere l’acqua della valle del torrente Aposa, facendola depositare. Una soluzione che ridurrebbe l’inquinamento del Navile e limiterebbe il rischio di allagamenti in via san Mamolo", spiega Bernardi. La seconda area è il bosco urbano dei Prati di Caprara, al confine con l’ospedale Maggiore. "Non possiamo permettere si allaghino i sotterranei del Maggiore e il sottopasso – continua Bernardi –. Una vasca in quella zona significherebbe intercettare a monte il Ravone, la canaletta della Ghisiliera e gli altri canali che finiscono sotto pressione". A questi si aggiungerebbero gli spazi più piccoli del DumBO di via Casarini e dell’ex Cierebbi, di fronte alla Certosa, per la zona Andrea Costa. Proposte fatte soprattutto per "sensibilizzare su un tema tanto importante – dice Stefano Baratti, presidente dell’associazione Ca’ Bura –. E nel caso in cui le vasche come proposte da noi, non possano essere realizzate, ci aspettiamo una controproposta".

Presenti all’incontro anche Andrea Bolognesi (direttore Canali di Bologna) e Daniele Ara, assessore all’Agricoltura, che spiega ai cittadini il nuovo accordo tra sindaco e Regione. "Abbiamo messo attorno al tavolo tutti i soggetti coinvolti nella gestione del Navile per arrivare a un unico ente – premessa per la creazione di un parco storico naturalistico del canale – . Nell’accordo sono previsti i ripristini dei danni causati dall’alluvione del 19 ottobre: le ipotesi avanzate prevedono anche la realizzazione di vasche di laminazione in collina, sul Ravone, sull’Aposa e sul rio Melloncello". Un piano "molto costoso – sottolinea Ara –, che può arrivare a più di 200 milioni di euro e che andrebbe realizzato in accordo con la Regione. Sarebbe, inoltre, un piano speciale per Bologna e dovrebbe entrare sotto l’egida di Fabrizio Curcio, commissario straordinario alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, incaricato di trovare le risorse necessarie". L’incontro si è concluso con la proiezione del documentario Ho visto il finimondo. Cronache dell’alluvione di maggio 2023 in Romagna di Valerio Baroncini, vicedirettore de il Resto del Carlino, e Marco Santangelo, prodotto da QN-il Resto del Carlino con il sostegno della Bcc ravennate, forlivese e imolese. "Un lavoro che nasce da un anno passato al fianco delle persone che hanno perso tutto", racconta Baroncini.