PAOLO ROSATO
Cronaca

Quartieri, la rivoluzione. Capasso: "Più poteri e idee"

Bologna: la delegata all’Immaginazione civica spiega la riforma annunciata da Lepore "Strutture aperte, da vivere ogni giorno". Previste più risorse. Un modello? Il Brasile.

Erika Capasso, delegata del sindaco ai Quartieri e all’Immaginazione civica

Erika Capasso, delegata del sindaco ai Quartieri e all’Immaginazione civica

Bologna, 17 agosto 2024 – Erika Capasso ha ripreso in mano il Libro Bianco di Giuseppe Dossetti, il papà dei Quartieri, è lui che li ha inventati. "Conoscere per deliberare", non è un caso che lei ci ricordi un mantra che c’era già quasi 70 anni fa. E che sa di futuro, perché nella partecipazione non si smette mai di migliorare. Tanto che il sindaco Matteo Lepore, nella consueta intervista di Ferragosto al Carlino, lo ha ridetto: "Gli strumenti per partecipare vanno aumentati". Come, lo spiega Capasso, che è delegata proprio ai Quartieri e all’Immaginazione civica, tra le altre cose. "In autunno presenteremo una prima proposta di percorso aperto di riforma, partecipato. Coinvolgeremo tutti, dai consiglieri comunali ai corpi sociali".

Quali saranno i cardini?

"La riflessione verte sulla volontà di rivedere la loro struttura organizzativa e politica. Rimettendo al centro un maggiore coinvolgimento della cittadinanza in tutte le politiche pubbliche".

Come?

"Introducendo nuove forme e nuovi strumenti di democrazia partecipativa e rappresentativa. Due tipologie che devono essere messe in relazione, non in antitesi. I Quartieri devono diventare sempre di più una sede quotidiana di interazione e di co-progettazione. Quindi più risorse e una formazione costante per tutti, dai consiglieri ai cittadini, su cosa vuole dire amministrare i processi".

Il bilancio partecipativo diventerà organico? Ci sarà un maggiore potere dal basso?

"Sono stata di recente in missione in Brasile, a Porto Alegre, è lì che nascono i più moderni processi partecipativi. Anche da noi devono potersi sostanziare in forma stabile, diventando un processo di co-decisione non solo per progetti specifici. Il ‘bilancio’, va detto, sta funzionando, dopo 4 anni di sperimentazione e uno di revisione per eliminare i salti temporali. Dobbiamo non tanto immaginare il risultato, ma avere a mente gli obiettivi di senso".

Dal tram alle Besta, quali aspetti vanno migliorati?

"La delega ai Quartieri dei piani di zona e dei distretti socio-sanitari non basta più. La sanità va gestita anche come condivisione sociale, con scambi reticolari e meno strutture piramidali. Servirà un cambiamento culturale, sarà lunga, ma non siamo spaventati. Impareremo anche dagli errori commessi".

Le decisioni diverranno quindi vincolanti per la giunta?

"Vedremo nel percorso. Ci sarà una migliore redistribuzione dei poteri decisionali. Prendendo ispirazione da cosa ha detto Donato Di Memmo (dirigente del Navile, ndr) festeggiando i 10 anni del regolamento dei patti di collaborazione, servirà anche un po’ di ‘incoscienza’".