Le operazioni per riaprire i punti nascita negli ospedali di montagna hanno subito un rallentamento. Stando alla risposta che l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini ha fornito all’interpellanza del consigliere regionale di Rete Civica Marco Mastacchi, il problema è che a causa del Covid la Regione ha avuto una spesa extra di 800 milioni di euro che non sono ancora stati rimborsati dal governo centrale.
"Bisogna considerare – spiega Donini – che non abbiamo smesso tutta l’attività di accompagnamento per le donne in attesa, la nostra volontà rimane quella di proseguire il percorso di riorganizzazione dei punti nascita. In questi mesi stiamo anche affrontando una questione per noi fondamentale, cioè quella dei costi dovuti al Covid: la Regione, in due anni, ha speso quasi 800 milioni di euro che non sono ancora stati coperti. Stiamo lavorando su tutto, anche per cercare di ovviare a quei problemi che riguardano la carenza di medici di medicina generale e anche di professionisti negli ospedali e nei pronto soccorso. Ma la sanità dell’Emilia-Romagna ha dimostrato di avere tenuta".
La risposta non è stata considerata esaustiva dallo stesso Mastacchi che nel presentare il suo quesito aveva ricordato come fossero più di 11mila le firme raccolte per la riapertura del punto nascite di Porretta. "Sono soddisfatto a metà da questa risposta – dichiara il consigliere civico – perché sono consapevole di ciò che viviamo, ma è importante mantenere un contatto con i territori sapendo che, purtroppo, in passato i lunghi silenzi dopo importanti annunci hanno dimostrato che le intenzioni erano diverse".
In sostanza lo studio di fattibilità che doveva essere concluso nell’estate del 2021 non è stato ancora valutato e questo aspetto crea qualche perplessità soprattutto ad Alto Reno Terme. Per tutta l’area metropolitana di Bologna l’ospedale di Porretta ha ospitato diversi servizi che erano stati dirottati in montagna per consentire l’allestimento dei reparti Covid in città, dimostrando di disporre di strutture di primo livello, ma quando si tratta di ripristinare un servizio che è stato dismesso nel 2014, allora c’è sempre un ostacolo.
"Senza entrare nel merito della riapertura del Punto Nascita di Porretta Terme – spiega l’avvocato Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia – già sufficientemente approfondito e discusso, pare evidente il ripetersi del medesimo copione: promesse di riapertura in fase di campagna elettorale e poi mancanza di autorizzazioni o di fondi per colpa di altri. Alla fine pagano sempre i cittadini, anche per ottenere servizi che già avevano".
Massimo Selleri