Bologna, 5 aprile 2024 – Non c’è pace per il cantiere delle scuole Besta, all’interno del parco Don Giovanni Bosco, nel quartiere San Donato di Bologna. Il progetto di riqualificazione delle scuole medie ‘Fabio Besta’, voluto dal Comune, è pronto a partire, salvo le continue proteste di attivisti che cercano di bloccare i lavori. Da settimane, infatti, il parco è presidiato da un gruppo di residenti che sta protestando contro il progetto di costruzione della nuova scuola a scapito di diversi alberi che devono quindi essere abbattuti. E anche oggi è giornata di presidio davanti al Tribunale di Bologna, dopo che un ragazzo di 19 anni questa notte è stato fermato con l'uso di taser e spray al peperoncino e arrestato dai carabinieri, probabilmente per furto di materiale edile. Episodio per cui il sindaco Matteo Lepore ha chiesto subito di fare chiarezza.
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Contro le scuole Besta: perché?
Ma per quale motivo non si vogliono le nuove scuole? I lavori porteranno all’abbattimento di diversi alberi e alla riduzione dell’area verde. Più nello specifico, le proteste sono contro il progetto di costruzione della nuova scuola (che vale 18 milioni di euro) che porterebbe al taglio di 31 alberi. Ma nei giorni scorsi era arrivata la decisione del tribunale civile di Bologna che ha respinto il ricorso presentato dai comitati in cui si chiedeva lo stop ai lavori per valutare una soluzione alternativa.
Il Comitato è poi contro la non volontà del Comune di ristrutturare le Besta come le consorelle medie Guercino di via Longo e un altro ‘no’ riguarda l’errore (da parte del Comune) nella compilazione della relazione tecnica senza il principio Dnsh (‘Do not significant harm’ cioè ‘Non arrecare danni significativi all’ambiente’).
Gli scontri del 3 aprile
Ulteriori proteste non si sono fatte attendere e nemmeno gli scontri: il 3 aprile, in particolare, è stata una giornata campale in tal senso, anche perché è stato il giorno in cui è iniziato l’abbattimento dei primi alberi (in tutto a fine giornata ne sono stati segati sei, come da pianificazione). Le tensioni sono iniziate quando agenti e militari in tenuta antisommossa sono entrati nel parco per consentire agli operai di dare il via all’opera di abbattimento: alcuni attivisti (circa 200 in tutto, tra cui esponenti delle frange anarchiche cittadine) hanno realizzato delle ‘barriere’ utilizzando le reti del cantiere. Verso metà mattina il polmone verde alla periferia di Bologna è diventato terreno di scontro. Ci sono poi stati attivisti che si sono arrampicati sugli alberi o sulle gru, altri si sono sdraiati per terra e sono stati spostati di peso. Ci sono stati anche dei feriti: diversi manifestanti, tra cui anche un signore sulla settantina portato all’ospedale Rizzoli per accertamenti, e sedici poliziotti contusi dopo essere stati colpiti da pietre e bastoni. Malgrado questi tafferugli, attorno alle 14 gli operai hanno concluso il lavoro e la polizia è andata via, tra gli applausi sarcastici dei 250 in presidio. Questi ultimi hanno poi di nuovo tirato giù le cancellate e improvvisato una festa con musica a tutto volume fino a tarda sera.
Piantedosi: la condanna e la telefonata a Sbordone
Per questi scontri tra attivisti e agenti nel parco, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha lanciato la sua condanna. "Ancora una volta personale in divisa ha subito l’intollerabile violenza di chi ha tentato di impedire il ripristino della legalità, con il ricorso a comportamenti gravissimi che trovano terreno fertile in un sentimento di impunità".
Piantedosi ieri ha anche chiamato il questore Antonio Sbordone per esprimere solidarietà ai 16 agenti rimasti feriti. Questore che si è detto grato della telefonata e ha dichiarato al Carlino: "Qui chiarisco che il comitato è una cosa, ma la tensione di mercoledì ha coinvolto altre ’frange’, che cercano spunti per avviare una più ampia contestazione. E di recente, in città, si stanno verificando numerosi episodi in cui i nostri agenti subiscono aggressioni, perché di questo si tratta. Noi non usiamo mai la forza se possiamo evitarlo. Ma se si esauriscono tutte le opzioni e dobbiamo rispondere a questa violenza, non c’è alternativa”.
Besta: c’è chi dice sì
Non bisogna, infine, dimenticare che non tutti i cittadini bolognesi sono contrari al cantiere. Numerose famiglie di alunni che frequentano le scuole, ma anche cittadini che vivono nella zona, chiedono che il nuovo edificio venga costruito. "Accusano il Comune di cementificare? Ma è una scuola nuova. Il Comune ha scritto ovunque che abbatteranno trenta alberi, ma ne piantumeranno il triplo", avevano fatto sapere i residenti e i genitori dell’Istituto comprensivo 10 che hanno messo la loro firma in calce a una lettera che è stata inviata al sindaco Matteo Lepore un mese fa. Una lettera per invitarlo a una "rapida ripresa e avanzamento delle attività del cantiere" e per spiegare i motivi del sì alla nuova media nel parco Don Bosco.