di Donatellla Barbetta
La ricetta per dare ossigeno ai Pronto soccorso è la nascita dei Centri di assistenza medica per le urgenze, i Cau, dove saranno accolti i codici bianchi e verdi che oggi rappresentano il 70% degli accessi nelle strutture di emergenza. Il primo tassello della nuova organizzazione è rappresentato dall’accordo siglato da Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, e Daniele Morini, segretario regionale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale.
Un’intesa "storica", alla quale assicura Donini è interessato anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, assicura Donini. "Gli ho parlato ieri – conferma il numero uno della Sanità in Emilia-Romagna – vuole una copia dell’accordo, perché può essere utile anche in altre Regioni".
La firma, sottolinea Donini, "è il presupposto per la riforma dell’emergenza-urgenza. Entro giugno vogliamo approvare la delibera, dopo il confronto con i sindacati. Mettiamo il territorio nelle migliori condizioni possibili per drenare queste prestazioni dai Pronto soccorso. L’alternativa è la privatizzazione, che noi non vogliamo, oppure la chiusura delle strutture per carenza di medici".
I Cau saranno attivati vicino ai Pronto soccorso più grandi, "nelle case della comunità, negli ospedali territoriali che già oggi svolgono quel tipo di mansione, ma anche negli studi di medicina generale che già oggi, magari associati tra loro, abbiano intenzione di attuare determinate sperimentazioni", prosegue Donini. Compito di queste strutture "innovative, che al momento non esistono a livello nazionale", sarà quello di dare risposte ai bisogni di cure urgenti, ma a bassa complessità, spiega Morini che poi aggiunge: "I medici che saranno nei Cau sono medici di continuità assistenziale, ex guardia medica, faranno un percorso formativo e la loro partecipazione sarà su base volontaria". L’obiettivo è avere almeno un Cau in ogni provincia entro fine anno: chi ne avrà necessità, in attesa che diventi operativo il numero europeo per le emergenze 116117, potrà rivolgersi sia alla guardia medica sia ai Cau, che saranno aperti 24 ore al giorno e 7 giorni su 7.
Focus sul nostro territorio. "Avremo una nuova figura: il medico dell’urgenza territoriale per la bassa complessità – sottolinea con soddisfazione Luca Rizzo Nervo, assessore comunale alla Salute –. Entro giugno l’assessore Donini tornerà in Conferenza territoriale sociale sanitaria metropolitana e sulla base dei dati che presenterà l’Ausl sarà fatta una programmazione. Si partirà da quei Pronto soccorso che evolveranno in Cau. Quali? È presto per rispondere, ma per esempio quelli aperti H12 che diventeranno H24. Sì, Vergato è H12, ma il piano ancora non c’è – ribadisce –. Mentre per i punti di primo intervento, come Loiano, non cambierà nulla. Poi si potrebbe passare alla nascita dei centri accanto ai grandi Pronto soccorso, come Sant’Orsola, Maggiore, Bentivoglio, e sarà da decidere se far nascere un Cau anche a Porretta. Il passo successivo sarà la presenza nei contesti urbani e quindi nelle Case della salute. Anche qui faccio un esempio: se al Navile ci sarà la possibilità di avere una presenza medica H24, ecco che ci avviamo a costituire un Cau". Rizzo Nervo si sofferma anche sulla guardia medica: "Rimarrà nei posti dove non ci sarà un Cau".
Il sindacato Snami non ha firmato l’accordo perché "ancora acerbo" ed "è molto perplessa" la Federazione Cimo Fesmed, sigla dei medici ospedalieri.