Tra dieci, al massimo quindici giorni, il nuovo Cas di Ozzano sarà operativo. Stessa tabella di marcia prevista per il nuovo hub per minori stranieri non accompagnati che sorgerà a Villa Angeli, a Sasso Marconi. Lo ha annunciato il prefetto Attilio Visconti, spiegando che mancano pochi passaggi - come l’allaccio dei servizi igienici nelle ‘casette’ - per poter entrare a regime. E la struttura, che sta sorgendo nella ex caserma Gamberini, ospiterà "alcune decine di migranti, al massimo un centinaio. Un numero congruo a garantire una gestione ottimale", ha spiegato il prefetto. Questo, mentre il Cas di via Mattei, arrivato nelle scorse settimane al collasso, è stato alleggerito di circa 200 presenze. "Abbiamo recepito le indicazioni del ministero – ha detto Visconti –. Le persone verranno trasferite progressivamente in altre strutture di accoglienza in regione".
Questo, mentre vanno avanti spediti anche i lavori per il nuovo hub per minori, la cui gestione dovrà essere affidata "attraverso un bando – come ha spiegato ancora il prefetto –, benché nell’emergenza potrebbe anche essere affidata in via diretta". La struttura di Sasso, messa a disposizione dalla Curia, verrà utilizzata solo come hub di transito, con i ragazzini che potranno rimanervi al massimo un mese, "prima di essere trasferiti in comunità o in strutture del progetto Sai per minori". Un’emergenza, quella dei minori stranieri non accompagnati, che spesso lasciano le loro prime destinazioni per raggiungere in maniera autonoma Bologna, che sta investendo la città con conseguenze di ordine pubblico anche gravi, come raccontato dai fatti di cronaca degli ultimi giorni. "Azioni negative che sono state però sempre intercettate dal grande lavoro delle forze dell’ordine", come ha puntualizzato il prefetto.
Da agosto ad oggi, come spiega Amedeo Landino del Siulp, "sono stati oltre 300 i minori stranieri arrivati a Bologna. La maggior parte sono tunisini. E, fatto particolare, quasi tutti arrivano da Kairouan, una città di appena 140mila abitanti. Un fatto che fa riflettere – spiega il sindacalista – perché sembra nascondere una ‘regia’ dietro questi arrivi, con i ragazzini che, appena in città, si riuniscono con gli altri loro concittadini in bande e iniziano a commettere reati. E questo vanifica a priori tutto lo sforzo educativo che si tenta di mettere in campo".
Nicoletta Tempera