FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Processo Amato, il medico in lacrime: “Sono un innocente, non ha fatto male a nessuno”. Attesa per la sentenza in diretta

L’oculista 65enne, ex medico della Virtus, è accusato del duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. La decisione dei giudici attesa per il pomeriggio

Bologna, 16 ottobre 2024 – “Una storia orribile di gente perbene”. Così l’ha definita nella sua requisitoria la procuratrice aggiunta Morena Plazzi titolare dell’inchiesta con il sostituto Domenico Ambrosino che per Giampaolo Amato, oculista 65enne ex medico della Virtus accusato del duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata 62 anni a sua volta medico e della suocera Giulia Tateo di 87 anni, ha chiesto l’ergastolo. E ora è arrivato il giorno della verità nel giallo che ha sconvolto Bologna.

Si chiuderà infatti con tutta probabilità oggi il processo al medico. Le due donne sono state trovate morte a 22 giorni di distanza l’una dall’altra nell’ottobre 2021, uccise da un cocktail letale di Midazolam (benzodiazepina) e Sevoflurano (anestetico ospedaliero). Oggi, davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Pierluigi Di Bari le parti hanno replicato alla discussione. Le lacrime dell’imputato. “Mi hanno dipinto come un mostro, un mentitore seriale, un assassino, ma io sono solo un innocente che si rivolge al giudice”. Poi la Corte si è ritirata in camera di consiglio. Sentenza attesa nel pomeriggio.

A sinistra Giampaolo Amato, l'oculista 65enne, ex medico della Virtus accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, ginecologa 62enne  (a destra) e la suocera Giulia Tateo di 87 anni, (nel riquadro in alto a destra)
A sinistra Giampaolo Amato, l'oculista 65enne, ex medico della Virtus accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, ginecologa 62enne (a destra) e la suocera Giulia Tateo di 87 anni, (nel riquadro in alto a destra)
12:57
La difesa e gli emoticon di angioletti

La difesa di Amato: “La questione degli angioletti: è umiliante chiedere l’ergastolo su questa vicenda. Le emoticon di angioletti erano la firma, il sigillo se vogliamo, di Isabella. Ma poi il contenuto dei messaggi non c’entrava con loro. Se voleva farvi riferimento, poi, non usava certo il termine “dosi”. Inoltre, il mio assistito a mia domanda non ha risposto con certezza, ha fornito una ipotesi. Sarebbe perciò un mentitore? Sarebbe l’unica menzogna che ha detto, neppure le parti civili hanno saputo indicarne altre”.

12:53
Il difensore Mitaritonna: "Le amiche di Isabella non temevano per la sua vita"

L'avvocatessa Cesarina Mitaritonna che difende Amato col collega Gianluigi Lebro: "Nel 2019 neppure le amiche di Isabella temono che il marito voglia ucciderla, lo si capisce dal loro atteggiamento: nessuna di loro le ha dato credito, ha affrontato Giampaolo, anzi hanno buttato le analisi che dicevano che aveva valori alti di benzodiazepine nelle urine e la sorella Anna Maria continua a farsi visitare da lui”.

12:43
L'accusa: "Il contenitore spray nella camera della vittima? Solo una suggestione"

Infine, conclude l'accusa, “La suggestione di un contenitore spray con un liquido trasparente come il Sevoflurano immortalato in camera di Linsalata al ritrovamento del corpo è appunto solo una suggestione. Quel flacone pare quello di un normale detersivo per pulire”.

12:34
Amato in lacrime: "Sono un innocente che si rivolge al giudice"

Piange, Giampaolo Amato, alle sue ultime dichiarazioni spontanee: “Sono un innocente che si rivolge al giudice. In vita mia non ho mai commesso reati né son stato violento e ho sempre rispettato la legge e il giramento di Ippocrate. Questa vicenda è una tragedia tra gente per bene, io e la mia famiglia. Mai avrei potuto o voluto fare del male a Isabella, la cui morte è la più grave delle perdite. Non capisco il motivo di tutto quello che mi sta succedendo, a me che non conosco odio, è un dolore immenso. Sono stato descritto come assassino, mostro, mentitore seriale, sono stato umiliato. Ma io ho solo detto la verità, che è una sola. Non ho commesso alcun crimine. Voglio solo riprendere la mia vita ed essere restituito ai miei cari. Ho sopportato abbastanza, pur con dignità".

12:23
Il mistero dell'incidente d'auto avuto da Isabella 

Il pm: "La difesa sostiene che l’incidente d’auto avuto da Isabella a febbraio, appunto per uno di questi attacchi di sonnolenza, non possa imputarsi al marito perché era in trasferta con la Virtus, con cui all’epoca collaborava. Ma non risulta che il giorno prima lui fosse fuori città, anzi le chat ci dicono che era in ospedale a operare”. 

12:07
L'accusa: "Non è impossibile individuare la causa della morte di Isabella e Giulia"

L'aggiunto Plazzi: “Non è vero che è impossibile individuare la causa della morte di Giulia Tateo: i consulenti cardiologi ci dicono che non era a rischio di morte improvvisa e che si può escludere una problematica coronarica”. Sui malesseri di Isabella risalenti nel tempo come raccontato dai testimoni, “è irragionevole il dubbio suggerito di una morta derivata da un effetto non voluto di una dipendenza da farmaci protratta nel tempo da parte di Isabella, sui cui le uniche testimonianze, quelle dei figli, sono estremamente generiche e contraddette in controesame".

11:52
Il pm Plazzi: "Il ragionevole dubbio e le congetture sono cose diverse"

Il procuratore aggiunto Morena Plazzi titolare del fascicolo col collega Domenico Ambrosino, ha aperto questa mattina in aula le repliche: “Il ragionevole dubbio e le congetture sono cose diverse. La difesa critica la validità delle registrazioni dell’App Salute di smartwatch e telefono dell’imputato, ma il suo stesso consulente ha confermato la non contestabilità dei dati agli atti”.