FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Processo Amato, gelo della figlia con la zia: "Mia madre prendeva sonniferi"

Arriva l’assist alla difesa della figlia maggiore del medico accusato dell’omicidio della moglie e della suocera. La tesi dei difensori dell’imputato è infatti che la donna avesse assunto autonomamente i farmaci che le sarebbero poi stati letali

Processo Amato, il medico è imputato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, trovata senza vita a letto il 31 ottobre 2021, in circostanze molto simili a quelli della madre Giulia Tateo, 87, avvenuta 22 giorni prima nell’appartamento comunicante

Processo Amato, il medico è imputato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, trovata senza vita a letto il 31 ottobre 2021, in circostanze molto simili a quelli della madre Giulia Tateo, 87, avvenuta 22 giorni prima nell’appartamento comunicante

Bologna, 4 giugno 2024 – Tocca ai due figli di Giampaolo Amato e di Isabella Linsalata deporre oggi davanti alla Corte d’assise che sta giudicando il padre, medico di 64 anni, accusato dell’omicidio della madre, pure medico di 62, e della nonna (madre della mamma) Giulia Tateo, trovate senza vita a letto a distanza di 22 giorni l’una dall’altra nell’ottobre 2021. Per l’accusa, l’uomo le ha uccise con un cocktail letale di farmaci, ossia una benzodiazepina e un anestetico. I figli non si sono costituiti parti civili, a differenza della zia Annamaria (avvocato Maurizio Merlini) e del prozio Nicola Tateo (avvocato Francesca Stortoni).

“Ma mamma soffriva molto in quel periodo, per la relazione extraconiugale di papà. E già a febbraio 2019, scrivendo ad amiche, parlavo del sospetto che assumesse dei farmaci per tranquillizzarsi”. Arriva subito l’assist alla difesa della figlia maggiore, Anna Chiara; la tesi dei difensori dell’imputato (avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna) è infatti che la donna avesse assunto autonomamente i farmaci che le sarebbero poi stati letali. Concentratissima e composta, Anna Chiara non vacilla mai nel corso dell’interrogatorio da parte della pm Morena Plazzi, né guarda mai negli occhi il padre. “La scoperta del fatto che nostro padre avesse una relazione fu un fulmine a ciel sereno per noi figli, che eravamo sempre cresciuti nella famiglia del Mulino Bianco. Fu un enorme stravolgimento”.

Delle analisi che nel maggio 2019 rinvennero un’elevata presenza di benzodiazepine nelle urine della Linsalata e dei sospetti della donna sul fatto che il marito gliele somministrasse di nascosto, Anna Chiara dice: “Non sapevo nulla delle analisi. Io stessa avevo assistito a episodi di sonnolenza improvvisa di mia madre: non ero preoccupata, era successo più volte in passato, lei aveva una tendenza alla narcolessia. Ma non mi ha mai detto di avere sospetti su mio padre e sono certa che se ne avesse avuti me l’avrebbe detto. Ero la sua confidente in quel periodo e mi raccontava anche cose che, da figlia, non avrei mai voluto sentire”.

In aula, Anna Chiara legge il messaggio all’amica, del 26 febbraio 2019: “Mamma dà di matto e dice cose senza senso, forse la

ricoverano. Sono convinta che prenda qualcosa per stare meglio, anche se non ce lo dice. Penso ne prenda troppo, ieri sera si è addormentata con la faccia nel piatto, a cena con me e Nic (il fratello, ndr)”.

La trentunenne ha smentito anche i problemi economici del padre, pur raccontando di essere stata “molto sensibile” al tema, temendo che l’amante stesse con lui per ottenerne dei soldi. E rivede in parte anche la dinamica della richiesta di cremazione che l’uomo avrebbe fatto subito dopo la morte della moglie: “Papà disse che c’era l’opzione di metterla nella tomba di famiglia, ma mio fratello disse di no e finì lì. Fui io, dopo, a dire che un domani, quando fosse morto anche mio padre, avremmo potuto cremarli per farli riposare insieme”.