FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Processo Amato. Depositata la lista: fra i testimoni ci sarà anche l’ex amante

Il dibattimento da mercoledì. Il medico è accusato di duplice omicidio: avrebbe avvelenato la moglie, Isabella Linsalata, e la suocera.

Processo Amato. Depositata la lista: fra i testimoni ci sarà anche l’ex amante

Processo Amato. Depositata la lista: fra i testimoni ci sarà anche l’ex amante

Anche l’ex amante di Giampaolo Amato sarà sentita in aula, nel corso del processo all’oculista dell’Ausl ed ex medico della Virtus basket di 65 anni che dallo scorso aprile è in carcere ed è accusato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, 62 anni, e della suocera Giulia Tateo, 87, morte a ottobre 2021. Nei giorni scorsi sono state presentate le liste dei testimoni da parte di Procura, difesa e parti civili al processo che comincerà il prossimo mercoledì davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari. Sono una quarantina circa le persone indicate come testimoni, la maggior parte delle quali però si sovrappone nelle varie liste poiché citata da tutte le parti coinvolte. La Corte naturalmente avrà l’ultima parola su quali testimoni ammettere, ma con tutta probabilità vorrà sentire la versione della donna che, secondo l’accusa, fu il principale (e inconsapevole) movente – assieme a quello economico – dei due omicidi.

Il processo a Giampaolo Amato comincia mercoledì. Il dibattimento si preannuncia già una sfida serratissima tra le parti, dato che non solo manca una prova schiacciante che inchiodi il medico per il duplice omicidio, ma anche perché per la difesa, rappresentata dagli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, quei delitti non sarebbero neppure tali. Amato, da dietro le sbarre del carcere della Dozza, continua a professarsi a gran voce innocente.

All’udienza preliminare, si è costituita parte civile la cognata, ossia la sorella di Isabella, e il fratello di Giulia Tateo, rispettivamente assistiti dagli avvocati Maurizio Merlini e Francesca Stortoni. Non si sono costituiti contro il padre, invece, i due figli della coppia.

Sta ancora valutando il da farsi, dal canto suo, l’Ausl: l’azienda sanitaria potrebbe infatti lamentare non solo il danno d’immagine arrecatole dall’oculista – il medico lavorava, oltre che al Maggiore, a Bazzano, San Giovanni in Persiceto e Vergato –, ma ritenersi parte lesa pure per l’accusa di peculato contestata all’imputato. Per la Procura infatti – pm Morena Plazzi e Domenico Ambrosino – il medico sottrasse i farmaci usati per i due delitti proprio dagli ospedali in cui lavorava.

Era il 31 ottobre 2021 quando Isabella Linsalata, medico a sua volta, fu trovata morta nel letto di casa sua, in via Bianconi. Una morte apparentemente naturale, ma l’autopsia rivelò come a causarla fosse stato un cocktail letale di farmaci, Midazolam, una benzodiazepina, e sevoflurano, un anestetico ospedaliero. Farmaci di cui, per l’accusa, Amato aveva disponibilità, dato il proprio lavoro, e che le avrebbe somministrato per liberarsi di lei e vivere in serenità la relazione extraconiugale che da tempo portava avanti con una donna più giovane. Ventidue giorni prima, in circostanze stranamente simili e nell’appartamento comunicante al suo, era morta pure la madre di Isabella, Giulia: nel corpo, riesumato un anno dopo, sono state ritrovate le stesse sostanze presenti in quello della figlia. Amato risponde dei due omicidi premeditati.