"Non sono stata una supplente, ma una presidente vera". Irene Priolo, arrivata al Salotto di Patrizia Finucci Gallo all’hotel ’Il Guercino’, non nasconde le difficoltà di questi quattro mesi al vertice di Viale Aldo Moro, ma allo stesso tempo ammette di "aver lavorato sodo". Davanti a una platea piena, con alcune habitué del salotto che si avvicinano per stringerle la mano, gioca l’arma della sincerità: "Sarei sciocca a dirvi che non ho mai pensato di fare la candidata presidente della Regione, sono però arrivata dall’alluvione 2023 con meno energie di quelle che servono...". Insomma, "nessun rammarico" sul fatto che è stato candidato Michele de Pascale alla guida dell’Emilia-Romagna. Tra l’altro, sorride, "quando mi sono insediata Michele era già stato scelto. Ma non ci sono rimasta male. Lui è più giovane, ha più energie di me...".
Priolo, che è anche capolista Pd per l’assemblea legislativa alle prossime Regionali, però fa sapere di essere orgogliosa del periodo da presidente: "I sindaci continuano a chiedere di incontrarmi anche a una settimana dal voto. Questo è grande orgoglio per me". Da qui, non manca uno sguardo al futuro, in caso di vittoria di de Pascale: "Mi piacerebbe accompagnare le nuove sfide dell’Emilia-Romagna, che non sono solo quelle del cambiamento climatico, ma anche quelle legate all’economia sociale per le nostre città, cercando di essere attrattivi per le nuove intelligenze italiane ed estere". Una delega, dice qualcuno sottovoce, che forse piacerebbe anche a Isabella Conti, ex sindaca di San Lazzaro, e altra donna forte in corsa col Pd.
La presidente-non supplente della Regione, però, non nasconde l’effetto che l’alluvione potrebbe avere sull’astensione e sulla disaffezione dalla politica da parte dei cittadini. Ma anche qui – dice prendendo qualche applauso – "credo che il miglior modo è incontrare le persone, esserci". In sintesi: "Pochi comizi e tanto lavoro, senza avere paura" di prendere fischi. Poi, certo, è evidente che gli impatti di fronte a persone alluvionate due o tre volte, "ci sono" e anche nel 2023 "temevo che ci fossero ripercussioni politiche", ma non si deve mollare. Il programma della ’sua’ campagna elettorale, quindi, è chiaro: "Tornare nei luoghi del dolore, anche se non fanno parte del mio collegio elettorale, dicendo a chi ci ascolta che abbiamo un progetto. Che ci siamo".
Sull’alluvione la presidente guarda anche all’alluvione spagnola e al presidente Pedro Sanchez di centrosinistra che è andato a sostenere il presidente di centrodestra della regione di Valencia. "Qui in Emilia-Romagna non è successo, anzi si è aperto uno scontro istituzionale col governo mai visto prima, è stato faticoso". Sulla gestione dell’alluvione ammette che serve uno scatto in più. E, nel dettaglio, l’impegno per il prossimo mandato "è triplicare i fondi per la manutenzione dei fiumi, da 50 a 150 milioni". Poi, punge, "se avessimo avuto la gestione commissariale forse avremmo fatto di più". Infine, un pensiero a Bologna, "la cui alluvione, essendo il cuore pulsante della regione, ha un aspetto emotivo più forte": per la città "servirà un progetto nuovo, che sia elaborato dalle migliori competenze e nella task force che ha costruito Matteo Lepore va integrata anche l’Autorità di bacino".
In chiusura, lancia qualche paletto sul futuro: Il Passante di Bologna "bisogna farlo" e la legge urbanistica "va migliorata".