FEDERICA GIERI
Cronaca

Primo giorno di scuola, si inizia venerdì 15 settembre: a Bologna 114mila ragazzi al via

La soddisfazione dei dirigenti: "L’anno parte in modo ordinato" I sindacati: "Il Provveditorato ha dimostrato grande organizzazione"

Bologna, 12 settembre 2023 – Tutti pronti ai blocchi di partenza per una maratona da 206 giorni: insegnanti in cattedra, dade ai piani e all’ingresso, tecnici nei laboratori e segretarie in amministrazione.

Sono 114mila i ragazzi che affronteranno il primo giorno di scuola
Sono 114mila i ragazzi che affronteranno il primo giorno di scuola

Tra i presidi è un coro di "era da tempo che un anno scolastico non partiva in modo così ordinato. Con tutti ai loro posti". Un sollievo generale che, a chi ha lunga memoria, riporta agli anni del ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti. Insomma, nessuna corsa affannosa alla ricerca disperata di insegnanti. Una caccia che, spesso e volentieri, si trascinava fino a dicembre.

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"Ho giusto un paio di spezzoni (sei ore, ndr) da coprire" oppure "ho una sola cattedra scoperta", rivela più di un preside. Il merito di aver ingranato la marcia giusta va al Provveditorato. Un merito, peraltro, riconosciuto anche da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola: "L’organizzazione messa in campo dal Provveditorato è partita per tempo".

L’ora x scatta venerdì 15 in un tripudio di campanelle mattutine. Ai nastri si presentano 114.069 studenti di cui 4.331 con disabilità. In calo, i primi dell’1,2%; in aumento, i secondi del 4,4%. Un battaglione smistato in 5.246 classi di cui 519 delle materne, 1.858 delle elementari, 1.115 delle medie e 1.754 delle superiori. In cattedra, 12.967 docenti di cui 10.236 su posto comune e 2.731 sull’handicap. A vigilare e assistere i ragazzi, 2.117 dade. Nelle segreterie, troviamo 111 direttori dei Servizi generali amministrativi (Dsga), 708 segretarie e 189 tecnici.

"L’anno parte in modo tranquillo", ammette Claudio Guido Longo, segretario provinciale della Cisl Scuola che, però, non nasconde sotto il tappeto i tanti nodi di vecchia data irrisolti. A cominciare dalla cronica mancanza di docenti con specializzazione sul sostegno ovvero docenti che affiancano gli studenti con disabilità. "L’Alma Mater – esorta Longo – dovrebbe aumentare i posti messi a bando per il Tfa (specializzazione, ndr), passando dai circa 200 ad almeno il doppio".

Un buco nero denunciato anche dal segretario della Uil Scuola Emilia Romagna, Serafino Veltri: "Abbiamo centinaia di posti liberi scoperti sul sostegno, assegnati a chi non ha la giusta preparazione cioè il titolo di specializzazione universitario Tfa. I soldi del Pnrr – propone – potrebbero essere utilizzati anche per quello: formare i docenti chiamati ad occuparsi degli studenti con disabilità il cui diritto all’istruzione e alla continuità didattica ora come ora viene leso".

Mette il dito nella piaga del tasso di precariato tra docenti e Ata (dade e segretarie) il segretario provinciale dell’Flc Cgil Gabriele Caforio. Una percentuale che, nell’area metropolitana, "per quanto riguarda gli insegnanti oscilla tra il 20% e il 30%" avverte il segretario della Uil Scuola Emilia Romagna. Peggio va, per Caforio, agli Ata con "organici in sofferenza da anni". La riprova? "Il monte ore di straordinari troppo alto" avverte il segretario dell’Flc Cgil che mette nel mirino anche gli stipendi bassi che "non rendono possibile una vita dignitosa, considerando gli affitti ed il costo della vita". "L’organico dei collaboratori scolastici – osserva Veltri – ha subito così tanti tagli negli ultimi dieci anni che tante scuole non ne hanno abbastanza per garantire l’apertura di tutti i plessi e un’adeguata sorveglianza e pulizia dei locali. Ci si aspettava l’utilizzo dei fondi del Pnrr per aumentare l’organico Ata, ma questo non è successo".