REDAZIONE BOLOGNA

Primo giorno a 30 all’ora Bologna guida la rivoluzione "Mai più incidenti mortali"

Debutto della stretta senza multe (partono dal 2024): i soliti clacson, sorpassi e infrazioni. Il sindaco scommette sulla sicurezza: "Sarà come il divieto di fumo nei locali pubblici".

Primo giorno a 30 all’ora Bologna guida la rivoluzione "Mai più incidenti mortali"

Bologna si è svegliata a 30 chilometri orari. Una rivoluzione, certo, visto che il capoluogo felsineo sarà la prima grande città d’Italia a guidare con lentezza. Ma la svolta della mobilità è al momento rimandata: il primo sabato mattina con i nuovi limiti di velocità non ha infatti mostrato grandi differenze rispetto al passato, con automobilisti e motociclisti che, nella maggior parte dei casi, hanno continuato a guidare secondo le stesse abitudini di sempre.

Primo test della nuova ‘città 30’ è via Murri, nodo cruciale per la viabilità urbana, che collega il centro con la parte Est di Bologna adagiata sulla prima collina. Fotografia di quello che dovrebbe essere un tranquillo sabato estivo: macchine e scooter che viaggiano a tutta velocità, sorpassando, a suon di clacson e abbaglianti i pochi, pochissimi automobilisti che provano a rispettare il nuovo limite imposto.

Nessuno – o quasi – adotta una modalità di guida più lenta e sicura. In alcune circostanze, si superano anche i 50 chilometri orari in prossimità degli attraversamenti pedonali o delle fermate degli autobus. Basta spostarsi di pochi chilometri e la situazione non cambia. In via Toscana, sempre nel quadrante Sud-Est della città, il limite dei 30 è solo un’ipotesi: nella strada che porta verso Pianoro e la collina, gli automobilisti non si fanno scrupoli a schiacciare l’acceleratore, nonostante i numerosi semafori che si trovano per la strada. Solo poche macchine, vicino alle strisce, rallentano la corsa e si fermano per fare passare i pedoni, ma in alcuni casi questo provoca subito un concerto di clacson di guidatori nervosi e di corsa. E pure spostandosi su via Andrea Costa, zona Ovest del capoluogo, la situazione è pressoché analoga: la strada che conduce dallo stadio al centro è percorribile solo in un senso di marcia (l’altra corsia è preferenziale) e questo aiuta le macchine a mantenere una velocità più vicina ai 30 kmh imposti dal nuovo limite. Ma, anche in questo caso, ci sono motociclisti che azzardano sorpassi pericolosi e, senza premura, effettuano manovre senza rispettare il codice della strada.

E dire che ieri sarebbe dovuta essere una giornata favorevole per l’esordio della ‘città 30’, con il concerto di Marco Mengoni allo stadio Renato Dall’Ara e il corteo arcobaleno del Pride che hanno bloccato per ore decine di strade, costringendo i bolognesi a un uso meno intensivo dei mezzi privati rispetto al solito. Esperimento in parte fallito, visto che, blocchi della circolazione a parte, il comportamento alla guida è rimasto quello di sempre, nel bene e nel male. E che ci sia ancora tanta strada da fare, per modificare i comportamenti dei bolognesi alla guida e adattarli alla ‘città 30’ lo sa per primo il sindaco Matteo Lepore, promotore e primo sponsor della rivoluzione a suon di mobilità dolce.

Nonostante le polemiche delle opposizioni, da Fratelli d’Italia alla Lega, tra richieste di referendum e raccolta firme, e i tanti dubbi dei cittadini, il sindaco Pd tira dritto sulla ’slow city’. E per convincere anche i bolognesi più restii ha preso carta e penna e ha scritto ai bolognesi una lettera per spiegare il provvedimento. "L’obiettivo da raggiungere è zero morti sulle strade", dice il primo cittadino, ricordando le vittime di incidenti in città. Ventidue l’anno scorso, tredici quest’anno. "Se noi salviamo venti vite l’anno non vale la pena? Per me sì. Per quanto mi riguarda vale la pena anche perdere le elezioni per questo", rimarca sollevando il nuovo ’bollone’ con la scritta 30 a caratteri cubitali.

Si tratta di una questione di abitudine, spiega il sindaco convinto che diventerà, anzi, una misura popolare: "Sarà un po’ come lo stop al fumo nei locali, ci farà vivere meglio". E tra nuovi marciapiedi, rotatorie, rallentatori, corsi di educazione stradale, Lepore punta a trasformare Bologna Città 30 in un modello. Ma si andrà lentamente, come sulle strade: le multe per chi non rispetta il nuovo limite possono attendere il 2024.

Rosalba Carbutti

Mariateresa Mastromarino