MONICA RASCHI
Cronaca

Il primario con la pala: “Ho visto bambini aggrappati ai muretti”. Il video

Alluvione a Bologna, il racconto del direttore della Clinica ortopedica e traumatologica I dell’Istituto Rizzoli Cesare Faldini: “In via San Mamolo l’acqua arrivava alla vita a me che sono alto 1,87. C’era gente in piedi sulle auto. Una persona ne aveva un’altra a cavalluccio e stavano attraversando il fiume di acqua: quelli alti portavano via quelli più bassi”

Bologna, 20 ottobre 2024 – Persone in piedi sulle auto, aggrappate ai muretti delle recinzioni delle abitazioni: una notte da incubo in via San Mamolo (video) a Bologna, altra zona della città duramente colpita dall’alluvione. Il professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica e traumatologica I dell’Istituto Rizzoli, racconta una serata da film apocalittico.

Il professor Cesare Faldini, direttore della  Clinica ortopedica e traumatologica I dell’Istituto Rizzoli, mentre spala nel magazzino della sua associazione Ortopedici.org a Pianoro
Il professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica e traumatologica I dell’Istituto Rizzoli, mentre spala nel magazzino della sua associazione Ortopedici.org a Pianoro

Cosa è accaduto? “Saranno state circa le 20.45 si è allagata tutta la via San Mamolo Bassa, io abito in una traversa sopra. Ma siccome è andata via la luce dal garage e si è leggermente allagato, sono andato a controllare. Poi sono uscito in strada: l’acqua prima mi arrivava alla caviglia, poi allo stinco e all’incrocio tra via Rivabella e via San Momolo l’acqua arrivava alla vita”. La situazione in via San Mamolo come era? “C’erano persone in piedi sulle auto, famiglie con bambini aggrappati ai muretti delle recinzioni delle abitazioni, auto bloccate lungo la strada con l’acqua che arrivava già a metà delle portiere, una persona ne aveva un’altra a cavalluccio e stavano attraversando il fiume di acqua: quelli alti portavano via quelli più bassi. Ho dato una mano ad alcune persone a portarsi dove c’era meno acqua. Arrivava alla vita a me che sono alto 1,87, quindi pensi a che punto era”. C’erano situazioni di pericolo? “Pericolo di vita no, ma paura tanta sì. Molte macchine fuori uso. E il livello dell’acqua continuava a salire”. La strada era diventata praticamente un fiume. “Esattamente, con una corrente che scendeva talmente forte da sembrare una cascata. Le fogne non ricevevamo più”. Adesso come è la situazione? “A casa da me al momento tranquilla, ma io ora sono qui a Pianoro, esattamente a Pian di Macina, dove ho il magazzino della mia associazione Ortopedici.org e sono qui a buttare fuori acqua. Anche qui si è alzato il livello dell’acqua del canale di recupero, sono praticamente in una parallela della Fondovalle Savena che ora è chiusa”. Il magazzino come è messo? “Ha un seminterrato che è allagato. Purtroppo dovrò buttare via del materiale che era pronto per essere spedito nella clinica in Africa, dalla quale siamo tornati la settimana scorsa. Avevo acquistato materiale per medicazioni, gesso da inviare con il prossimo container, ma si è bagnato ed è tutto da buttare”.