Bologna, 14 gennaio 2025 – Per ora il conto della notte di violenza tra sabato e domenica è di 70mila euro. Un numero che sembra innegabilmente destinato a salire, come ribadito dal Comune. Nella lista delle spese ci sono gli esercizi commerciali presi di mira, le vetrine distrutte, le scritte fatte sulle mura della città con lo spray rosso, i vari atti vandalici disseminati qua e là, i 17 ‘bidoni del rusco’ incendiati o distrutti, i 15 cassonetti parzialmente lesionati, i cestini più piccoli comunque colpiti.
E ci sono anche le scritte realizzate su uno dei simboli della città, la Basilica di San Petronio, sempre con la vernice rossa: "Ramy vive e lotta", "Milano e Bolo lotta", la A simbolo dell’anarchia. "Le scritte sui muri restaurati sono chiaramente impattanti, quindi anche il costo su questo aspetto è da aggiornare, perché richiedono interventi di sistemazione particolari", spiegano da Palazzo d’Accursio.
Poi ci sono i danneggiamenti causati ai beni privati, su cui il Comune sarà al fianco dei commercianti: "Sentiremo le associazioni di categoria, cercheremo di dare una mano anche a quei negozianti che hanno subito danni".
Il lavoro di pulizia della città devastata ha richiesto un impegno straordinario da parte degli operatori: chi si è addentrato per il centro, tra domenica e ieri, e ha ripercorso il tragitto della violenza, avrà visto come molto sia stato già fatto e come le operazioni di pulizia siano arrivate in maniera celere e repentina.
Giusto le scritte, su cui c’è bisogno chiaramente di un intervento risolutivo non proprio rapido, hanno richiesto qualche ora in più di lavoro. Ma per tutta la giornata di ieri la pulizia è andata avanti. Una pulizia straordinaria che sembra destinata a presentare un conto ancora più salato di una cifra – 70mila euro – che già di per sé non può lasciare indifferenti.
"Come amministrazione comunale sporgeremo denuncia – insistono da Palazzo d’Accursio –: abbiamo già dato mandato con tutti i nostri rilievi agli uffici di farlo. E chiederemo, come abbiamo fatto anche in altre occasioni, un risarcimento dei danni, perché riteniamo siano danni importanti, gravi, che hanno fatto male alla nostra città. Abbiamo raccolto una forte rabbia da parte dell’opinione pubblica, dei cittadini (la stessa che esterna il sindaco Matteo Lepore, ndr), perché non c’è alcuna causa giusta per devastare una città, imbrattare muri, rompere vetrine e lanciare sassi o reti da cantiere contro la polizia o i vigili del fuoco che sono intervenuti in quella notte".
"Lo voglio ribadire anche in questa sede – aggiunge Lepore in Consiglio comunale –, perché è importante che si faccia chiarezza su quella che è la posizione della nostra istituzione, credo e mi auguro condivisa da tutto il Consiglio comunale".
Insomma, chi sulle pagine del Carlino ieri chiedeva "ora chi pagherà per questo scempio?", ha già di fronte a sé una prima conta dei danni. "Riaprire subito è la migliore risposta a questa inciviltà", hanno ribadito in coro le associazioni di categoria Confcommercio Ascom e Confesercenti. E va da sé che per ripartire serviranno altri sforzi straordinari, a cui tutti i bolognesi – incolpevolmente – sono chiamati a prendere parte.
Le scene viste sotto le Torri l’altra notte avranno rimembrato a qualche cinefilo The Purge, scritto e diretto da James DeMonaco: nella pellicola, ambientata in un futuro distopico che non sembra più così lontano, il governo istituisce un periodo annuale di dodici ore, detto "lo sfogo", durante il quale praticamente tutte le attività criminali prendono vita. Cassonetti in fiamme, vetrine rotte e negozi presi d’assalto, violenze in strada. Un film, purtroppo, già visto.