MASSIMO SELLERI
Cronaca

Presidenza Cei, Zuppi nella terna dei papabili

Il cardinale è in corsa per succedere a Bassetti alla guida della Conferenza dei vescovi italiani. A maggio la scelta di Bergoglio

Il cardinale Matteo Zuppi, nominato arcivescovo di Bologna da papa Francesco nell’ottobre

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Bologna, 21 marzo 2022 - Da oggi a mercoledì il cardinale Matteo Zuppi parteciperà alla sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente della Cei che prepara la prossima Assemblea generale ordinaria dei vescovi, dal 23 al 27 maggio a Roma. Fra i temi trattati, anche se non esplicitamente dichiarati nell’ordine del giorno, vi è anche quello di come iniziare il cammino che porti al rinnovamento della presidenza.

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Il cardinale Gualtiero Bassetti – che guida la Cei dal 2018 – compirà 80 anni il 7 aprile e deve lasciare l’incarico. Rispetto alle altre conferenze episcopali quella italiana ha una particolarità: il presidente non è eletto dai vescovi, ma viene deciso dal Santo Padre. Prima dell’arrivo di papa Francesco la nomina avveniva senza consultazioni ma, tra le tante riforme volute da Bergoglio, c’è è anche quella legata a questa presidenza, approvata nel 2017. Da allora l’assemblea dei vescovi indica una terna di nomi al pontefice, dalla quale sarà scelto il capo della Cei. Papa Francesco ha dato un’indicazione preliminare: i membri della terna devono preferibilmente essere vescovi elevati al rango di cardinali. Vista la sintonia tra Bergoglio e Zuppi, è automatico pensare che tocchi all’attuale arcivescovo di Bologna ricoprire questa carica.

In realtà non è l’unico. Anche l’arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice è stato creato cardinale nell’aprile 2020. Curioso il fatto che entrambi siano stati vescovi ausiliari della diocesi di Roma e pur con storie molto diverse hanno uno stile pastorale quasi identico, incentrato sull’umanità sofferente, sia essa composta da poveri, malati o dalle tante altre situazioni che mettono in condizione di fragilità i singoli o le famiglie.

Il campo non è molto più largo perché un aspetto che sta caratterizzando l’attuale pontificato è che alcune sedi, storicamente definite cardinalizie come Milano e Torino, al momento sono guidate da metropoliti che non hanno ricevuto la porpora. Per cui, fra ragioni di età e altri fattori, in questa lista possono entrare solo il vicario generale di Roma Angelo de Donatis e il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo di L’Aquila.

Il fatto che l’arcivescovo di Modena Erio Castellucci l’anno scorso sia stato eletto vicepresidente della Cei potrebbe far pensare che la decisione di Bergoglio possa cadere non su Zuppi per evitare che vi sia una presidenza fortemente caratterizzata dalla via Emilia, ma il papa ha ampiamente dimostrato di guardare più alla sostanza delle cose che alla forma, per cui non resta che aspettare maggio e attendere la sua scelta.

Il tema vero è come utilizzare i fondi dell’8 per mille. Nel 2021 alla chiesa cattolica lo Stato ha versato 1.1 miliardi, poi divisi per finanziare opere legate al culto, alla carità e al sostentamento del clero. Su questo punto il papa chiede che si prosegua nella logica di dare risposte concrete a chi è in difficoltà.