FRANCESCO MORONI
Cronaca

Pratello, storia e memoria Dieci anni di ‘Voci alla N’

Il 25 aprile andrà in scena il progetto teatrale di Billi e Alessandrini. Al parco 11 settembre 40 performer e gli allievi del Conservatorio Martini.

Pratello, storia e memoria  Dieci anni di ‘Voci alla N’

Pratello, storia e memoria Dieci anni di ‘Voci alla N’

di Francesco Moroni

Sette quadri riportano le voci di storici che si sono posti domande cruciali sul rapporto tra storia e memoria, da March Bloch a Hans Magnus Enzensberger. E ancora, le voci di poeti e scrittori, tra i quali Luciano Bianciardi e Wislawa Szymborska. Sette, come le sequenze dell’esibizione di 40 performer che si muovono sinuosi tra due palchi: uno dedicata agli attori, l’altra ai compositori e agli allievi del Conservatorio Martini, diretti dal Maestro Aurelio Zarrelli. Il pubblico, disposto al centro su alcune sedie distribuite in fila indiana, potrà ascoltare testi e musiche direttamente da alcune cuffie senza fili.

Nasce così una moltitudine di voci in occasione dei dieci anni di vita dell’omonimo progetto, diretto da Luca Alessandrini e Paolo Billi, che pone al centro delle sue attività l’incontro tra generazioni diverse, all’interno di un percorso interdisciplinare attraverso storia, scrittura, arte, musica e teatro e culmina nell’evento Voci alla N: martedì prossimo, 25 aprile, al parco 11 settembre (dalle 19), con ingresso da via Azzo Gardino e da via Riva di Reno. In scena un gruppo di attori del Teatro del Pratello e della compagnia CreAzione: Maddalena Pasini, Viviana Venga, Francesca Dirani, Mouad Amira ed Elena Cristiani, Giulia Grifa, Enrico Jacopo Testoni, insieme a un gruppo eterogeneo di cittadini, composto da senior, giovani in carico ai Servizi di giustizia minorile, studenti e studentesse del liceo Laura Bassi e universitari.

"Dopo dieci anni, si è cercato di cogliere le tematiche che più ci stanno a cuore – racconta il regista Paolo Billi –. Un progetto di voci nei contenuti, sì, ma anche nella pluralità di soggetti che partecipano. Dal rapporto per noi fondamentale con il Conservatorio alla collaborazione CreAzione, fino al sostegno della Fondazione del Monte". Voci alla N diventa così "un bilancio propositivo" del primo decennale di attività, che ha toccato i luoghi simbolo di Bologna e gettato uno sguardo sui grandi temi del Novecento – ogni anno con un focus diverso –, e diventa il momento di sintesi di tanti lavoratori diversi, da quello di storia a quello per le musiche di scena, da quello di allestimento scenografico a quello per la realizzazione della performance finale. "Abbiamo attuato già da qualche anno i cosiddetti ‘silent concert’ – puntualizza il direttore del conservatorio Zarrelli –, quando a ogni spettatore viene distribuita una cuffia: è una modalità d’ascolto piuttosto vincente". "Voci alla N perché le voci, in questi anni, si sono moltiplicate – aggiunge Alessandrini –. Dalle voci dei protagonisti della storia alle voci dell’oggi: abbiamo provato a rileggere dieci anni di voci secondo le categorie della guerra, della pace e dell’insolito, analizzando quelle questioni sempre aperte che rappresentano un’ipoteca sulla pace delle nazioni e non solo".