Quel giovanissimo detenuto, egiziano di 17 anni, era già noto per essere turbolento: era stato trasferito all’istituto penale minorile del Pratello di Bologna dal Cesare Beccaria di Milano proprio per quel motivo, e anche qui si era distinto per la sua pericolosità. Ieri mattina doveva essere trasferito nel carcere minorile di Nisida, nel Napoletano. Anche perché il Pratello è ora sovraffollato (la media è di 46/47 detenuti su una capienza di 40, anche se in questo periodo sono 43). Al momento di essere accompagnato al mezzo che lo avrebbe portato a Napoli, però, il minorenne ha però dato in escandescenze. Ha distrutto la stanza in cui si trovava, poi ha aggredito il comandante del reparto – il dirigente Paolo Li Marzi, intervenuto per mediare – e l’agente della polizia penitenziaria presente. Ha poi scagliato contro di loro uno sgabello, pare aiutato da un altro detenuto. Il dirigente ha riportato un trauma al naso (10 giorni di prognosi) e il collega contusioni alle braccia (5 giorni per lui). Entrambi sono stati trasportati all’ospedale per le medicazioni del caso. Il direttore dell’Ipm, Alfonso Paggiarino, è stato avvertito dell’accaduto e ha interrotto subito le ferie per rientrare. Il ragazzino, alla fine, è stato comunque trasferito.
È l’ennesimo caso di violenza ai danni di agenti penitenziari in città, tra Pratello e Dozza, capitato a nemmeno 24 ore dall’aggressione di tre agenti avvenuta appunto ieri pomeriggio al secondo piano del carcere degli adulti. Segno che la tensione, che serpeggia tra i detenuti pure di altre carceri d’Italia, sta crescendo ed è trasversale.
"L’istituto bolognese – attaccano Domenico Pelliccia e Giuseppe Merola, rispettivamente segretario generale aggiunto e segretario nazionale della Federazione sindacati autonomi Cnpp, che esprimono anche solidarietà al dirigente Li Marzi e all’agente penitenziario – da tempo ha criticità oggettive, dettate dalla presenza di detenuti particolarmente facinorosi e limitazioni strutturali che impongono difficoltà gestionali e di sicurezza. Servono riforme strutturali e organizzative per garantire funzionalità ed efficienza, tenendo anche conto di quanto negli ultimi tempi è accaduto a Torino, Roma, Nisida e Milano". Proseguono: "Occorre fronteggiare il sovraffollamento del comparto carcerario minorile che è conseguenza, in gran parte, dell’afflusso esponenziale in Italia di minori stranieri non accompagnati, riversatisi nel circuito penale minorile: sono ragazzi per lo nordafricani, spesso assuntori di più sostanze stupefacenti e/o di psicofarmaci, con gravi problematiche comportamentali", affermano Pelliccia e Merola.
Sconfortato Francesco Campobasso, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: "La sfrontatezza, il menefreghismo, il mancato rispetto delle regole minime e il senso di impunità di cui sono convinti di godere taluni detenuti del carcere minorile di Bologna fa sì che assistiamo ogni giorno a incredibili e gravi episodi di violenza. E ci chiediamo cosa stiamo a fare in carcere, a prendere ogni giorno sputi, insulti, minacce e parolacce, se il primo a non tutelarci è lo Stato che noi rappresentiamo".
Federica Orlandi