di Federica Orlandi
Sos sfratti a rilento. È questo l’allarme che lanciano i sindacati dei proprietari di immobili, e lo fanno puntando il dito contro le tempistiche di sgombero delle case occupate da "conduttori morosi" e in particolare contro la Prefettura. La quale – scrivono Asppi, Uppi, Confabitare, Aipi Assocasa, Unioncasa e Appc – sarebbe per loro responsabile di avere "ridotto il numero delle esecuzioni assistite (cioè gli sfratti con sgombero, ndr) fissando a un solo giorno alla settimana l’intervento della polizia" dedicato a questo tipo di operazioni. Causando quindi per forza di cose, stando alla ricostruzione dei sindacati, slittamenti e ritardi nell’esecuzione degli sfratti richiesti. Non solo: i meccanismi di intervento della Prefettura, attaccano ancora i proprietari, non tutelerebbero soltanto "i nuclei familiari di conduttori fragili, ma tutti", compresi quindi, si deduce, anche i ’furbetti’ che potrebbero benissimo pagare l’affitto, ma per un motivo o l’altro si rifiutano di farlo. Una decisione che, per i sindacati, è "solo di natura politica, penalizzante per i proprietari".
Insomma, una polemica accesissima, con da un lato la "forte preoccupazione" dei proprietari – che peraltro hanno appena affrontato quasi due anni di stop alle esecuzioni di sfratto a causa dell’emergenza Covid – e dall’altro il prefetto Attilio Visconti che rigetta "a mille miglia" le accuse. È propio lui infatti a illustrare le tempistiche e le modalità delle procedure di sfratto in città a seguito del ’Protocollo emergenza sfratti’, avviato poco meno di un anno fa contestualmente al suo arrivo in città e il cui tavolo settimanale si riunisce ogni settimana per discutere del tema alla presenza, oltre che di Prefettura e sindacati dei proprietari, anche di Comune e forze dell’ordine.
"Trovo che ci sia un’esagerazione da parte dei sindacati – replica infatti Visconti –. Un giorno solo alla settimana per gli sfratti? Mai data una disposizione simile. Può darsi che la media degli interventi sia questa, ma non certo per decisione della Prefettura. Gli unici casi in cui facciamo slittare degli sgomberi è perché le forze di polizia, che purtroppo sono un determinato numero e io non posso moltiplicarle, servono per un’emergenza, per un imprevisto intervento più delicato". Le tempistiche ritenute troppo lente per gli sfratti coattivi, sono per il prefetto quelle stabilite già nel Protocollo e che Visconti illustra così: "Essendo il tema degli sfratti delicatissimo e il procedimento per affrontarli rigido, abbiamo chiesto che in caso di sfratto per morosità il proprietario aspetti 45 giorni prima di procedere con lo sgombero coattivo. In quel periodo si avviano accertamenti mirati a capire le cause della morosità e a trovare se possibile una soluzione. Gli inquilini sono disoccupati, ma con un contratto in vista? Hanno problemi di salute per cui hanno dovuto sostenere spese impreviste? Insomma, non possiamo cacciare di casa persone in difficoltà".
Il prefetto sottolinea però con forza che "la nostra priorità è sempre tutelare chi sta dalla parte della legge, quindi i proprietari. E non è affatto vero che sosteniamo anche i morosi non fragili: al tavolo settimanale c’è pure la finanza, che scopre subito chi fa il ’furbetto’. E per lui non ci sono sconti".