AMALIA APICELLA
Cronaca

Pignotta: "L’amore è anche normalità"

Dal film al palco, 10 anni dopo. Da stasera al Duse ’Ti sposo ma non troppo’, con Vanessa Incontrada

Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in scena per ’Ti sposo ma non troppo’

Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in scena per ’Ti sposo ma non troppo’

‘Ti sposo ma non troppo’ è uno specchio graffiante delle relazioni contemporanee. Una commedia romantica che fa radiografie ai sentimenti di quattro vite e chiude la tournée al teatro Duse da stasera a domenica (alle 21, dopodomani alle 16). Protagonisti Gabriele Pignotta, che ha scritto e diretto lo spettacolo, e interpreta un fisioterapista divorziato, e Vanessa Incontrada, madre devota, che affronta il tradimento del marito. Accanto a loro, Siddhartha Prestinari e Fabio Avaro, coppia in crisi dopo 15 anni di matrimonio.

Pignotta, lo spettacolo è il sequel teatrale dell’omonimo film… "Ho voluto consolidare alcuni passaggi, anche recitativi, con un registro più intenso, tecnico e maturo. Pur lasciando la commedia, l’equivoco e tutto quello che consegue dall’intreccio amoroso di quattro vite".

La pièce arriva dopo un altro fortunato spettacolo, ‘Scusa, sono in riunione… ti posso richiamare?’, sempre con Vanessa Incontrada. Come nasce il sodalizio artistico? "Nasce nel 2014, sul set di ‘Ti sposo ma non troppo’. Per anni ha insistito perché lo portassimo anche a teatro. Io la ritenevo un’esperienza chiusa, un testo che non mi rappresentava più. Poi ho capito che avrei potuto riscriverlo integralmente, pensando che i personaggi avessero dieci anni di più".

In che modo sono cambiati? "Non sono più i trentenni che si lanciano con incoscienza e istintivamente nelle storie d’amore. A 40 anni hanno matrimoni e separazioni alle spalle e figli da gestire".

Fin dal titolo si gioca su un argomento serio: siamo disposti a costruire relazioni stabili? "Ognuno trovi la sua risposta. Il segreto, secondo me, sta nell’abbandonarsi a tutte le sfere dell’amore. Ci può capitare di finire in storie più pragmatiche, razionali, che rinunciano al brivido iniziale, ma ci danno serenità".

Meno farfalle nello stomaco… "L’invito, questa volta, è a guardare anche negli angoli della normalità. Quando parlo di me stesso faccio sempre l’esempio della violinista cecoslovacca che balla e suona sui tavoli di in un bar di Praga. Ci vuole poco a dire ’è la donna della mia vita’. Poi però succede che sparisce, non ti chiama più. Oppure vai a vivere due giorni da lei e casa sua è un disastro".

Il suo personaggio, Luca, si divide tra l’amore per la figlia e le app di incontri… "Sì, Tinder, inizialmente era Facebook, ma ora non lo usa più nessuno. Perché oggi se sei un single separato, non c’è bisogno di uscire, ti puoi nascondere dietro un nome falso e delle frasi studiate".

Poi, però, incontra Andrea… "La cosa tenera di Andrea (Vanessa Incontrada) e Luca è che non si innamorano ‘da fighi’, ma guardando le foto dei figli, parlando di canzoni dello Zecchino d’Oro, raccontandosi il disagio della separazione, partecipando a dei corsi di terapia per persone separate. Viva la tenerezza, la ricerca di affidabilità e accoglienza".

L’altra coppia, Carlotta e Andrea, che rapporto vivono? "Sono stanchi, dopo 15 anni di matrimonio non ce la fanno più. Lei è arrivata al capolinea, lui si è ‘acciabattato’. Lei cerca stimoli che lui non le può dare e non le ha mai dato. Ma lei li pretende e allora vanno in crisi. In questo caso racconto il coraggio di dover lasciare. Pensiamo sempre che sia bello innamorarsi, ma quanto è struggente dover lasciare una persona? È la sofferenza più fastidiosa".