La mattina del 4 ottobre, un mese fa, fu ritrovato a Rimini il corpo senza vita di Pierina Paganelli, 78 anni, ex infermiera, uccisa a coltellate la sera prima nel garage condominiale. Da allora i riflettori, anche morbosi, sono rimasti accesi su una vicenda ancora senza verità. Si parla dai primi giorni di una svolta nelle indagini, svolta che ancora non c’è stata. Come non ci sono indagati. Si è scavato molto nell’ambito famigliare, anche perché pochi mesi prima del delitto, in maggio, uno dei tre figli di Pierina, Giuliano, fu vittima di un misterioso incidente, forse causato da un’aggressione. Sono legati questi due misteri, l’aggressione e il delitto? La moglie di Giuliano, Manuela Bianchi, è la donna che ha trovato il corpo senza vita di Pierina il 4 mattina.
E qui iniziano gli intrecci, le ombre, i sussurri. Manuela è finita al centro del caso (ma, ripetiamo, non è indagata), così come suo fratello Loris e anche un vicino di casa, Louis Dassilva, con cui pare che Manuela avesse una relazione. Le piste investigative? Molti continuano a sostenere che il killer va cercato nella cerchia famigliare; altri, a giorni alterni, tornano a parlare di una pista religiosa: Pierina, come altri componenti della famiglia, era un’assidua frequentatrice degli incontri dei Testimoni di Geova. Ma per ora sono tutte chiacchiere: agli atti, di certo, c’è solo la morte di Pierina. Oltre al ritorno a casa, da qualche giorno, del figlio Giuliano (ferito gravemente in maggio) e che per mesi era rimasto in una clinica privata.
Negli ultimi giorni è emerso un particolare importante: sul corpo di Pierina sarebbero state rilevate tracce di Dna, non della donna. Forse dell’assassino?
Le indagini, a tappeto, proseguono, In attesa della svolta: quella vera.