Bologna, 16 giugno 2023 – “Ogni sera una rissa, un concerto e tutta un’altra serie di attività illecite e degradanti che si ripetono senza alcun controllo”. È un passaggio della lettera che 32 residenti di piazza Aldrovandi e dintorni hanno scritto, tramite lo studio dell’avvocata Barbara Guidicini, al sindaco Matteo Lepore e al Questore Isabella Fusiello. Dalla denuncia traspare l’esasperazione di queste famiglie per i “problemi storici” che affliggono l’area e si conclude il tutto con la promessa di andare per vie legali, nel caso non si intervenga immediatamente.
Tra i problemi principali, si legge nella lunga missiva, “centinaia di persone che stazionano fino alle 3 del mattino e oltre ed espletano le loro funzioni fisiologiche in vicolo Bianchetti, che consumano smodatamente alcool e droghe che spesso acquistano direttamente sul posto, che lasciano vomito, vetri rotti, cartoni della pizza e ogni altro genere di immondizia”.
Una discoteca a cielo aperto
Tra le ‘novità’ di certe nottate, i residenti segnalano “casse acustiche portatili, la cui musica fa vibrare i pavimenti di casa” e addirittura “un ragazzo che suonava la grancassa, di quelle che si usano alle feste di paese”. Tutti episodi “lesivi del diritto alla salute dei cittadini”, sottolineano i trentadue firmatari. Non mancano poi i momenti di violenza: “Nello spazio rialzato antistante la filiale Unicredit (…) due residenti sono stati aggrediti solo perché chiedevano di abbassare il volume di una cassa”.
Questa sorta di “discoteca a cielo aperto” viene tollerata “senza che nessuno intervenga mai, nonostante le segnalazioni fatte a Polizia Municipale e Polizia di Stato”.
Nessuno interviene, e il caos aumenta
Eppure, continuano i firmatari della lettera-appello, “se anche solo una sera alla settimana, tutte le settimane, utilizzando personale in incognito, si sequestrasse un solo strumento sanzionando il proprietario, forse dopo un po’ nessuno si azzarderebbe più a portare in giro simili apparecchi, e passerebbe il messaggio di rispetto di un livello minimo di convivenza civile”.
I 32 residenti ne hanno anche per il Comune: pur apprezzando gli incontri nella stesura del Piano della notte con la vicesindaca Clancy (“Ma restano solo chiacchiere, se non si interviene subito”), e citando la sentenza della Cassazione “in cui il Comune di Brescia veniva ritenuto responsabile per i rumori molesti della movida”, si invita Palazzo d’Accursio a rispondere alla missiva “entro 5 giorni” e la Polizia “a prendere provvedimenti per riportare l’ordine nella piazza e dintorni”. Altrimenti, chiudono i residenti, “valuteremo come procedere per vedere tutelati i nostri diritti costituzionalmente garantiti alla salute e alla sicurezza”.