REDAZIONE BOLOGNA

La petizione di 400 bolognesi: spostate i minori da Villa Aldini

Depositata in Comune e firmata dai residenti di via D’Azeglio e via San Mamolo: ora l’amministrazione ha 30 giorni di tempo per dare una risposta

Via D'Azeglio: tanti residenti hanno firmato la petizione (foto Schicchi)

Bologna, 10 ottobre 2023 – Quattrocentodue firme. Oltre cento in più di quelle necessarie per depositarla, ma tanti sono stati i residenti e i commercianti delle vie D’Azeglio e San Mamolo che hanno voluto metterci la faccia – anzi, nome e cognome – sulla petizione. È stata depositata ieri mattina in Comune infatti quella lanciata dalla consigliera comunale del Gruppo misto Francesca Scarano e che chiedeva all’amministrazione “di trovare una nuova collocazione agli immigrati minorenni non accompagnati ospitati a Villa Aldini, fornendo loro un adeguato supporto sociale ed educativo” oltre al “miglioramento della sicurezza dei cittadini anche tramite l’installazione di sistemi di video sorveglianza nella zona San Mamolo-D’Azeglio, con un maggior controllo del territorio da parte degli organi preposti”. Ora, il Comune ha 30 giorni di tempo per dare una risposta.

La petizione era stata distribuita nelle vie interessate alla fine di settembre, dopo i reiterati episodi di vandalismo – se non addirittura veri e propri reati – messi a segno da un gruppetto di ragazzini, tutti minorenni stranieri, che a seguito delle identificazioni delle forze dell’ordine sono risultati essere ospiti della comunità per minori stranieri non accompagnati di Villa Aldini in via dell’Osservanza.

In particolare, nei confronti della ‘baby gang’ dall’estate in poi erano state sporte diverse denunce da parte di commercianti della zona, per minacce, furti, rapine. In particolare, la titolare di un supermercato di via D’Azeglio fu minacciata e presa per la gola da due adolescenti che aveva sorpreso a mangiare gelati e a bere bibite nascosti in una corsia del negozio; il barista del vicino bistrot fu insultato e poi, dopo che uno dei ragazzini rubò dal locale alcune bottigliette di Coca-Cola, minacciato con un coltello da un altro che voleva garantire la fuga all’amico. E così via, dalle fioriere decorative devastate alle donne insultate o molestate per strada. Insomma, una situazione di tensione che ha portato i cittadini a ’riunirsi’ apponendo il proprio nome ai fogli della petizione.

Come si diceva, ora il Comune dovrà rispondere in un mese: periodo di tempo durante il quale uno dei punti della petizione potrebbe venire superato dai fatti, poiché secondo quanto anticipato nei giorni scorsi dalla sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni, l’intenzione di Ministero degli Interni e Prefettura sarebbe di liberare la struttura già entro la fine del mese. Date in parte confermate da Palazzo d’Accursio, che aveva parlato della fine dell’anno.

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