"Vengo ritenuto socialmente pericoloso solo per aver, nell’ambito della mia attività di leader religioso, espresso delle opinioni personali in relazione al conflitto israelo-palestinese". Lo ha detto ieri mattina l’imam Khan Zulfiquar, appena appresi i motivi del suo provvedimento di espulsione firmato dal ministro Piantedosi. "Mi accusano – prosegue – di aver utilizzato parole discriminatorie nei confronti di omosessuali e donne, citando Bibbia e Corano. Niente di più di quanto illustri prelati ed esponenti cattolici hanno già fatto, ma non per questo vengono espulsi dal nostro Paese". Per l’imam, difeso dall’avvocato Francesco Murru, alla base del provvedimento ci sarebbe "il tweet dove Matteo Salvini chiedeva la mia espulsione". Nelle prossime ore, un giudice del tribunale civile dovrà esprimersi sull’atto: nel caso venga firmato, benché l’imam possa entro 30 giorni, presentare ricorso, l’espulsione sarà comunque immediata. "Il mio assistito – spiega l’avvocato Murru – non potrà esercitare, quindi, il suo diritto alla difesa, né per quel che riguarda l’espulsione, né per l’indagine penale che lo riguarda", seguita all’esposto presentato dal senatore Lisei. "Spiace constatare – dice ancora Murru – che siamo tornati al perseguimento di presunti reati d’opinione. Le motivazioni agli atti sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento". Zulfiquar spiega di aver querelato per diffamazione esponenti di Lega (Isabella Tovaglieri e Alessandro Morelli) e FdI ( Marco Lisei eSara Kelany) per aver "strumentalizzato le mie parole".
Cronaca"Pericoloso solo perché esprimo le mie idee"