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Perché le cicale cantano: a Bologna parchi colonizzati. "Città bollente, habitat ideale"

L’entomologo Accinelli: " Spesso friniscono anche la notte, forse ingannate dai lampioni" In aumento anche cavallette e zanzare. Ed è sempre più comune la presenza del geco

Le cicale, con il caldo, letteralmente invadono parchi e giardini

Bologna, 28 luglio 2023 – Fra i tormentoni che fanno da colonna sonora a questa estate torrida c’è senz’altro – insieme con Mon Amour di Annalisa (Ho visto lei che bacia lui/Che bacia lei, che bacia me ) – l’assordante, incessante e ritmico frinire delle cicale.

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Amanti di pini e ulivi, con una spiccata predilezione per l’area del Mediterraneo, negli ultimi anni questi insetti – che Plinio il Vecchio diceva si nutrissero solo di rugiada – hanno colonizzato parchi e giardini anche sotto le Due Torri.

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"Non abbiamo osservazioni a livello scientifico, ma l’impressione è che la popolazione di cicale a Bologna sia aumentata anno dopo anno raggiungendo quest’anno numeri... esagerati", commenta Gianumberto Accinelli, entomologo, scrittore, insegnante di Scienze al liceo e divulgatore scientifico.

Professore, da che cosa è causata questa invasione?

"Le cicale sono animali che amano il caldo. Si può supporre che le nostre città, essendo bollenti, siano diventate per loro un ambiente ideale. E, forse, ci sono anche meno predatori. Evidentemente la città è diventata un luogo sicuro, anche grazie a cause di mortalità meno elevate".

Nei parchi, ci sono tappeti di cicale.

"È vero. Di norma, non si vedono, perché gli adulti stanno sugli alberi. Ma ormai ce ne sono così tante che cadono dagli alberi e si trovano un po’ dappertutto. Non dimentichiamo che una femmina può deporre alcune centinaia di uova ".

Perché le cicale cantano?

"Una premessa: a cantare sono soltanto i maschi. Lo fanno per rispettare l’imperativo darwiniano: attirare le femmine".

Sempre più spesso si sentono cantare anche di notte.

"C’è chi pensa che vengano confuse dalle luci dei lampioni della città".

Di certo, nelle ore più calde il frinire è assordante.

"Il loro frinire può raggiungere i 90 decibel. Un livello sonoro che, nelle ore notturne, diventa addirittura fuorilegge".

Altri insetti molto presenti sono le cavallette. Anche loro, come le cicale, sono in aumento?

"Anche in questo caso, non ci sono dati scientifici. Certo, in questi anni se ne vedono davvero tante. Si vedono anche locuste migratorie, che arrivano dall’Africa. Le cavalletta amano le zone calde, ed è oggettivo che le nostre estati lo siano sempre di più".

Più fastidiose sono le zanzare. Quest’anno, come non mai.

"Abbiamo un’estate calda che è stata preceduta da una primavera molto piovosa, come purtroppo sappiamo. Questa duplice condizione caldo-acqua è estremamente favorevole alla proliferazione della zanzara".

Un animaletto che si incontra sempre più di frequente anche in città è il geco.

"Fino a qualche anno fa, il limite nord della presenza del geco era Rimini. Ora, in effetti, ce ne sono tanti anche qui".

Come mai?

"È probabile che sia dovuto alla moda di portare ulivi ornamentali dalla Puglia. I gechi arrivano con le pinete, il terriccio, le pietre".

Altre presenze da notare in città?

"Sono tornati i rondoni, che sono in competizione con i colombi. È una bellissima notizia".

Il suo nuovo libro si intitola Verde come l’Italia . Sottotitolo: Cento anni di storia del nostro Paese attraverso i cambiamenti della natura . Che cosa racconta?

"Quattordici storie, dagli anni Venti e oggi. C’è quella del leone Reno, che stava in gabbia ai Giardini Margherita e aveva il mal di pancia; ci sono i gabbiani obesi di Roma; c’è la storia del gigante di bronzo di piazza Grande, a Milano, e di come perde lo sguardo nell’Adriatico. Tutte storie che, facendo sorridere, dicono una cosa semplicissima: non siamo gli unici abitanti del pianeta. E quindi le nostre vicende influenzano, e non poco, la natura che ci circonda".