MARCO PRINCIPINI
Cronaca

Per Hera più utile e investimenti: "Basi per un ulteriore sviluppo"

Semestrale ok: giù i ricavi per il calo dei prezzi, sale il Mol. Fabbri: dividendi in crescita del 12%

Per Hera più utile e investimenti: "Basi per un ulteriore sviluppo"

Il presidente esecutivo di Hera, Cristian Fabbri, e l’amministratore delegato Orazio Iacono

Calano i ricavi (evidentemente per la discesa dei prezzi), ma aumentano margine operativo, utile netto e investimenti per Hera nel primo semestre dell’anno. Il cda ha approvato la relazione intermedia di bilancio, che evidenzia ricavi per oltre 5,5 miliardi (rispetto agli 8,2 miliardi al 30 giugno 2023, -33,3%), in calo prevalentemente per la riduzione dei prezzi dell’energia e il minore valore delle attività di intermediazione. Il margine operativo lordo sale a 732,7 milioni, +2% rispetto ai 718,3 milioni dell’anno scorso. Nonostante l’incremento del tax rate al 28% (era al 26,8% a giugno 2023) a seguito del venire meno di alcune ottimizzazioni fiscali, l’utile netto sale a 237,3 milioni, +14,1% sui 208 milioni del primo semestre 2023. In significativa crescita l’utile netto di pertinenza degli azionisti: 218,4 milioni (+16,4%) dai 187,7 milioni della semestrale 2023. Nei primi sei mesi dell’anno, al lordo dei contributi in conto capitale, la multiutility ha realizzato investimenti per 344,4 milioni, in crescita dell’8,2%. Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto ammonta a 4,063 miliardi, in crescita rispetto ai 3,827 miliardi di fine 2023, ma in miglioramento del 2% rispetto al primo semestre dello scorso anno. "Questi progressi, dopo gli straordinari risultati del 2023, evidenziano la capacità del nostro gruppo di realizzare gli obiettivi del piano industriale, creando i presupposti di un ulteriore sviluppo sostenuto dall’incremento dell’8% del valore degli investimenti – sottolinea il presidente esecutivo, Cristian Fabbri –. Alla creazione di valore per gli azionisti, cui sono stati distribuiti dividendi in crescita del 12%, nel semestre si affiancano i significativi risultati sul fronte Esg, che evidenziano un incremento del margine operativo lordo a valore condiviso che raggiunge il 53% del margine operativo lordo complessivo, la definizione di una strategia per raggiungere il target Net Zero al 2050, la sottoscrizione del patto del buon lavoro e il programma di sviluppo dei fornitori, che confermano ulteriormente la centralità di ambiente, lavoratori e fornitori nel nostro piano industriale". "La relazione evidenzia un significativo incremento di oltre il 16% dell’utile netto di pertinenza degli azionisti, che sale a oltre 218 milioni – evidenzia l’ad Orazio Iacono –. La crescita industriale è rafforzata da un significativo contributo della struttura finanziaria, la cui solidità è garantita dal rapporto indebitamento finanziario netto-margine operativo lordo. Piattaforma infrastrutturale all’avanguardia e strategia integrata multibusiness confermano il ruolo della multiutility come abilitatore di transizione green e resilienza delle attività svolte nei territori serviti". Ok dal cda anche al piano di transizione climatica, che presenta la strategia del gruppo per raggiungere il Net Zero al 2050. Il traguardo sarà perseguito con riferimento alle emissioni di gas serra dirette e indirette, con la riduzione totale intorno al 90% al 2050.