NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Pedinati e picchiati dalla baby gang a Bologna

Il racconto della vittima, uno studente fuorisede di 21 anni: "Una mia amica è stata rapinata da una ragazzina"

Il personale della polizia durante i controlli straordinari che hanno interessato nei giorni scorsi la zona di via Irnerio, via Mascarella, la stazione e in generale la zona universitaria

Bologna, 7 maggio 2023 – "Cercavano la rissa. Uno mi è venuto addosso con la bici e poi in dieci mi hanno accerchiato. Mi è arrivato un pugno in faccia". Sembrano racconti fotocopia quelli delle vittime delle baby gang: provocazioni, botte, inseguimenti. L’altra sera è successo in zona universitaria. Come racconta il ventunenne, studente fuorisede, "ero andato ad accompagnare un mio amico in bagno in un bar di via Acri. Lo stavo aspettando in strada, quando è arrivato questo gruppetto, composto da una decina di ragazzini, maschi e femmine, tra i 16 e i 17 anni. Uno era su una bici Bmx e mi è venuto contro. Io non ho detto nulla, ma lui ha iniziato a urlare che lo avevo urtato. E sono arrivati gli altri. Mi è arrivato un pugno allo zigomo: all’improvviso, senza premesse. Sono scappato e ho raggiunto gli altri miei amici in via Petroni". Era circa l’una. A quel punto il ragazzo pensava di essersi lasciato alle spalle il pericolo. Invece, in via Mascarella, la banda di minorenni è riapparsa: "Avevo avuto la percezione di essere seguito – spiega la vittima –, per questo ho chiesto agli altri amici che erano con me di cambiare strada. Ma quando da via Belle Arti abbiamo svoltato in Mascarella, la baby gang è ricomparsa e di nuovo mi sono corsi addosso. Io sono riuscito a schivare qualcuno, ma poi sono stato spinto contro una macchina. Mi hanno anche strappato la felpa, forse nel tentativo di rubarmi la catenina. Gli altri, intanto, se la prendevano con i miei amici. Una mia amica è stata minacciata da una ragazzina e rapinata di 50 euro. Quando si sono allontanati perché stava arrivando gente, l’ho sentita vantarsi della rapina con la banda".

Il ventunenne e i suoi amici hanno subito chiamato la polizia: "È arrivata una pattuglia, abbiamo descritto agli agenti i ragazzini, ci hanno detto che avevano un’idea di chi potesse trattarsi. Tra l’altro, quello in bici che aveva innescato tutto continuava a fare le ronde in zona. Adesso sto valutando se andare a sporgere denuncia. Non mi aspettavo una situazione del genere, non mi era mai capitato. E adesso provo tanta rabbia, oltre a essere ancora spaventato".

L’episodio, l’ennesimo, di violenza da parte di una baby gang racconta solo una delle tante sfaccettature della microcriminalità che anima la zona universitaria. Un problema che non riguarda soltanto via Zamboni, via Petroni e piazza Verdi, ma che si allarga anche alle strade limitrofe e alla zona di via Irnerio, interessata, negli ultimi giorni da una serie di servizi straordinari coordinati dalla Questura. "Diversi cittadini – spiega in merito il questore Isabella Fusiello – ci hanno segnalato, anche attraverso esposti, la presenza di soggetti che stazionano all’incrocio tra via Irnerio e via Mascarella creando disagio e problemi. Sono stati quindi organizzati una serie di servizi di controllo, con identificazioni e accertamenti nei locali, per dare una risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini. Certo il problema non si è risolto: ma la presenza della polizia e delle forze dell’ordine in generale è sicuramente un fastidio per queste persone". Nei controlli, che si sono svolti nei pomeriggi di mercoledì, giovedì e venerdì, sono stati impiegati una settantina di operatori. Oltre al personale della polizia, di Volanti, Scientifica, Reparto prevenzione crimine, Amministrativa, Polfer e unità cinofili, hanno preso parte ai servizi anche gli agenti della polizia locale e i militari dell’Arma e della Finanza. Nella sola giornata di venerdì sono state controllate 588 persone, di cui 86 stranieri, sono state fermate 44 auto e sono stati svolti accertamenti in dieci locali, con nove sanzioni elevate. Due stranieri irregolari sono stati accompagnati al Cpr di Bari perché, come conclude il questore Fusiello, "penso che il rimpatrio, quando possibile, sia la strada migliore nei confronti di spacciatori recidivi, più che l’arresto".