ANDREA ZANCHI
Cronaca

"Pd, primarie strumento naturale"

L’eurodeputata Gualmini: "Bene le consultazioni di coalizione. Io candidata? Sono e rimango a Bruxelles". .

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di Andrea Zanchi

Al centrosinistra, per vincere la Comunali del 2021, serve un candidato in grado di "allargare il campo e prendere i voti di chi non ti votava prima", al centro e alla sinistra. E ancora: "Le primarie? Mi sembrano uno strumento naturale in una fase come questa, in cui si chiude un secondo mandato e non si pone il problema della ricandidatura del sindaco uscente. A patto che siano primarie di coalizione, tra un candidato Pd, uno di sinistra e uno di centro". Parole e musica di Elisabetta Gualmini, eurodeputata dem e nome già considerato più volte – nei retroscena dei quotidiani ma soprattutto nei ragionamenti dei dirigenti del Pd – come uno di quelli in grado di fare convergere il partito intorno a una candidatura autorevole e, soprattutto, unitaria.

Lei, la "candidata a sua insaputa" (ipsa dixit), anche l’altra sera alla festa regionale del Pd a Villa Beatrice, ad Argelato, ha ribadito che il suo orizzonte è solamente l’Europa. "Io sono e rimango a Bruxelles – ha scandito nel corso di un dibattito con la capogruppo del Pd in Regione, Marcella Zappaterra, e il consigliere regionale dem Giuseppe Paurolo –: guardo da lontano questa partita e noto che i candidati spuntano come funghi". Pur ribadendo la volontà di restare nel panorama dell’Unione Europea ("Siamo solo due eurodeputati emiliano-romagnoli, è importante stare lì e studiarsi bene i dossier"), Gualmini non ha risparmiato alcune osservazioni sul percorso, intrapreso dal Pd, che porterà alle Comunali del prossimo anno. "Il toto-nomi è pericoloso – ha detto Gualmini –, la nostra preoccupazione deve essere rivolta a un autunno che si preannuncia difficile dal punto di vista economico e sociale e che andrà a colpire soprattutto le donne. C’è una questione enorme davanti ai nostri occhi che riguarda l’impatto del Covid sull’occupazione e sulla condizione femminile, ed è scandaloso che si sia già riaperto tutto mentre le scuole e alcuni servizi di welfare siano ancora chiusi o non si sappia come farli ripartire".

Il partitone, però, con la direzione provinciale di venerdì scorso ha già acceso i motori del percorso che lo porterà a scegliere il candidato sindaco, ed è inevitabile soffermarsi sullo scenario attuale, ossia quello dei tre assessori della giunta Merola (Lepore, Aitini e Lombardo) tutti e tre formalmente in campo e ancora lontani da un possibile accordo in vista delle primarie di coalizione. "Non so quanto ci gioverebbero delle primarie interne al Pd per scegliere il candidato – ragiona Gualmini –, penso siano decisamente meglio delle primarie di coalizione, con un candidato dem, uno di sinistra e uno di centro. Poi certo, le elezioni si vincono allargando il campo campo, prendendo i voti di chi non ti votava prima. Serve una figura di questo tipo, che può essere incarnata anche da qualcuno che è in continuità con la giunta Merola e si è già proposto".

Un concetto, quello di un campo largo, espresso anche da Paruolo. "Al centrosinistra serve una figura credibile e che lo sia soprattutto nei confronti dell’elettorato contendibile – ha detto –, che non è quello dell’estrema sinistra. Non credo che il centrodestra farà di nuovo l’errore di candidare un politico, quindi penso che dovremo rivendicare quanto di buono fatto in questi due mandati, ma anche riuscire a dare una prospettiva di cambiamento agli elettori, come è riuscito a fare Bonaccini durante le ultime Regionali, perché comunque a Bologna esistono degli equilibri stratificati su cui Merola non ha voluto correre rischi in questi anni e che nemmeno Guazzaloca era riuscito a cambiare".