È tutt’altro che tranquillo il clima all’interno del Pd bolognese. Tanto che, dietro l’apparente concordia totale che ha ammantato l’investitura di Michele de Pascale, c’è chi ancora chiede una resa dei conti dopo i risultati sul territorio delle amministrative di giugno. Questioni di letture diverse, e anche di ragionamenti politici per alcuni sacrosanti, per altri privi di qualunque fondamento. In ogni caso, la Direzione provinciale fissata per il 30 luglio non sarebbe ancora al riparo da uno scontro aperto.
LA RICHIESTA
Sul banco degli imputati, per parte delle anime dem – in testa il vicesegretario Matteo Meogrossi, area De Maria, e la minoranza guidata da Francesco Critelli e Alberto Aitini –, c’è la segretaria provinciale Federica Mazzoni, che si è vista addebitare le impreviste (non da tutti) sconfitte in Comuni storici, come Molinella, Malalbergo, Pianoro e Castel Maggiore, e una "cattiva gestione" a Casalecchio e Pieve di Cento. Le analisi post voto di Mazzoni hanno fatto storcere il naso ai detrattori, e sembrava che ci fosse già un ‘plotone’ politico pronto per chiedere un avvicendamento alla testa di via Andreini. La convergenza totale però su Michele de Pascale, il sindaco di Ravenna che guiderà la coalizione del centrosinistra alle Regionali del 17 e del 18 novembre, ha di colpo apparentemente derubricato il problema Federazione. "Tutti uniti verso il voto, vietato spaccarsi", questo il mantra ripetuto a vari livelli. I summit carsici però sono continuati, e non era casuale quel ‘trilaterale’ a margine della Direzione regionale di una settimana fa tra Matteo Lepore, Andrea De Maria e Francesco Critelli. Altri incontri e altre telefonate ci sono state, con l’area che fa più o meno riferimento a chi ha sostenuto Stefano Bonaccini al Congresso (senza alcuni pezzi, come la fazione di Luca Rizzo Nervo) che avrebbe chiesto un nuovo Congresso provinciale dopo il voto regionale. Anticipandolo di un anno, rispetto alla naturale scadenza a fine 2025. Alla base della richiesta, la riflessione sulla fine di un ciclo politico, iniziato con l’elezione a sindaco di Lepore e passato, tra le altre cose, dal Congresso vinto da Elly Schlein e dal voto europeo e amministrativo. In pratica, a Mazzoni e all’area Schlein-Lepore sarebbe stato chiesto un passo di lato in via Andreini per dare vita a nuovi accordi. Che potrebbero anche passare da un preliminare rimpasto in segreteria.
LA PROSPETTIVA
Secondo quanto trapela da fonti della Federazione, l’ipotesi di un Congresso anticipato non sarebbe però assolutamente all’ordine del giorno. Come sarebbe già stato sottolineato negli incontri di questo ultimo periodo. Sempre dalle stesse fonti si sottolinea il grande risultato raggiunto alle Europee su tutta l’area metropolitana, con un Pd oltre il 41% che ha raggiunto vette inedite. Quindi, su queste basi, non ci sarebbe assolutamente spazio per ragionamenti politici che giustificherebbero un cambio al vertice della Federazione. Gli scambi continueranno fino alla Direzione, dove è stato invitato anche Michele de Pascale. Mossa, secondo alcuni, cautelativa per scongiurare imboscate inopportune, vista la necessità di unità per cercare di vincere le Regionali (punto centrale anche per la ’fronda’). Colpi di scena non sono esclusi, il Pd a Bologna non dorme mai.