ZOE PEDERZINI
Cronaca

Paura a Botteghino. La scuderia sommersa: "I cavalli sono salvi, ma è tutta una palude"

Il gestore Enrico Baldazzi mostra gli effetti devastanti dell’acqua: "È peggio del 2023, istituzioni immobili. Ora mi toccherà ripartire da zero".

Paura a Botteghino. La scuderia sommersa: "I cavalli sono salvi, ma è tutta una palude"

Il gestore Enrico Baldazzi mostra gli effetti devastanti dell’acqua: "È peggio del 2023, istituzioni immobili. Ora mi toccherà ripartire da zero".

Tantissime persone, per tutta la giornata di ieri, non appena le piogge hanno lasciato il territorio, si sono adoperate per dare una mano a Botteghino di Zocca, la frazione pianorese sulle rive dello Zena che, come a maggio 2023, è divenuta in poche ore un’estensione del letto del fiume.

Giardini sepolti dal limo, cantine allagate, interi piani di abitazioni faticosamente risistemate nuovamente da ricostruire.

Alcuni signori passeggiano, cogliendo da terra rami di legno, trascinati via dalla piena del torrente e sorridono, con amarezza: "Ci vengano a dire qualcosa, ora, che stiamo spostando questi legni. Mesi fa facevano le multe se qualcuno si adoperava per pulire gli argini del fiume. Cosa che avrebbero dovuto fare le istituzioni ed evidentemente non hanno fatto". Guarda il lavoro di una vita andare in fumo, sciogliersi, Ettore Baldazzi dell’omonimo centro ippico di Botteghini, sulla via Zena.

"Ringrazio di avere tutti i cavalli salvi. Avevano l’acqua fino a metà del corpo e non c’era un punto del centro ippico dove potessero essere al sicuro. Erano una ventina e per fortuna sto trovando una buona collocazione, via via che le ore passano, per tutti loro. Alcuni vicino, altri anche fuori regione. Ma è un miracolo si siano salvati. È stato molto peggio del 2023".

Quanto sostiene Baldazzi è voce comune di tanti altri residenti della zona: l’acqua, tra mercoledì e giovedì, è straripata dal torrente in pochi minuti, ne è arrivata di più e molto più velocemente. "So che i problemi, anche più gravi del mio, ci sono un pò ovunque. Io, però, guardo il lavoro di una vita andare in mille pezzi. Io non posso più pensare di rimanere qui e di ricostruire tutto di nuovo, per lo più a mie spese. Nessuno ha fatto nulla e direi che questo è evidente da quanto abbiamo appena dovuto rivivere. Questa zona sta diventando una palude e credo che ormai sia evidente che non può più crescere nulla qui: né il mio centro ippico né una qualsiasi impresa o un terreno agricolo". "Siamo demoralizzati perchè non vediamo un futuro positivo rimanendo qui. Stiamo andando verso l’inverno. Siamo solo a fine settembre e ci troviamo in questa situazione – prosegue Baldazzi -. Quel che è peggio è che abbiamo la sensazione che nulla cambierà: chi di competenza leggerà il giornale e penserà alla mia situazione. Poi nessuno di loro farà nulla materialmente per trovare una soluzione a me, e a tutti noi della zona".

E mentre si sentono lo scrosciare dell’acqua nel letto del torrente, il tintinnio della pale su un asfalto sabbioso c’è il silenzio delle risposte che i cittadini aspettano e non arrivano. "Noi vorremmo anche fare polemica, ma non ne abbiamo il tempo perchè non abbiamo più parte delle nostre case. Possiamo solo dire che non ci ha chiamato nessuno dalla Regione o dalla Città Metropolitana per spiegare come mai hanno permesso che succedesse un’altra volta, ma se loro stanno in silenzio noi non lo faremo", aggiungono alcuni pianoresi.