AMALIA APICELLA
Cronaca

Patrizio Roversi, Oltre il petrolio: "Porto in scena clima e ambiente"

L’attore e presentatore stasera al San Filippo Neri con lo spettacolo che vede in campo anche il Cefa "Il mio primo viaggio? In India nel 1990. È stato traumatico, ma così è nato ’Turisti per caso’".

Patrizio Roversi, Oltre il petrolio: "Porto in scena clima e ambiente"

Turista per caso e bolognese d’adozione. Ma anche attore, conduttore, scrittore. Patrizio Roversi, celebre volto di Turisti per caso per la Rai e conduttore di Slow Tour e Slow Tour Padano su Rete 4, ora porta nei teatri Oltre il petrolio. Stasera alle 20,30 è all’Oratorio San Filippo Neri (con una versione leggermente ridotta dello spettacolo) per capire cosa sia rimasto nella regione del Sucumbios, in Ecuador, dopo la stagione delle estrazioni selvagge. O del paesaggio del Mustang tibetano dove i cinesi hanno costruito una camionabile lungo un sentiero di montagna. Con un’avvertenza: nei filmati di Roversi (alcuni relativi a Turisti per caso e altri recenti) non c’è nulla di apocalittico. La musica è di Maurizio Camardi, ai sassofoni e duduk, con David Soto Chero, alle chitarre e tiple. La regia di Mietta Corli. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Roversi, si ricorda il suo primo viaggio?

"Certo che me lo ricordo. Era alla fine del 1990, in India. Per me è stato traumatico, ma da lì è iniziato Turisti per caso. Io ero molto recalcitrante, fu Syusy (Blady) a dirmi: ‘Riprendiamolo con la telecamera, così può diventare un lavoro’".

E lo è diventato…

"Gianni Minoli, che allora era il direttore di Rai 2, ci ha chiesto di montarlo. Da lì è nata la traiettoria di Turisti per caso".

Quando ha iniziato a interessarsi di ambiente e degli effetti dei cambiamenti climatici durante i suoi viaggi?

"È una cosa abbastanza recente, grazie a una Ong di Bologna, il Cefa, con cui ho avuto l’occasione di fare alcuni viaggi in Africa e in America del Sud. Abbiamo raccontato i progetti legati all’agricoltura, al clima e all’ambiente, quindi anche quali sono i problemi di sviluppo che abbiamo incontrato nei vari Paesi".

In che modo ne parlerà?

"Il primo e l’ultimo video appartengono alle esperienze fatte con il Cefa. Oggi parlare di modelli di sviluppo in un Paese come lo Yemen, completamente distrutto dalla guerra, potrebbe sembrare una cosa triste. Cercheremo di farlo in maniera leggera, spero non banale".

Ha girato l’Italia con il suo spettacolo. Ma portarlo nella sua Bologna che effetto le fa?

"Confesso che ci tengo molto, sono emozionato perché nel pubblico ci saranno operatori e sostenitori del Cefa. Il 14 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, la ong sarà in piazza Maggiore per riempire metaforicamente tanti piatti. Un evento di pixel art urbana per raccogliere cibo per le mense di Bologna e fondi per sostenere i progetti di contrasto alla crisi alimentare in Kenya".