Bologna, 19 giugno 2023 – “Il problema di piazza Aldrovandi è rilevante, non c’è alcun dubbio ma questi ragazzi ci sono e per la città costituiscono una ricchezza". Patrizio Roversi, artista, conduttore televisivo, scrittore, bolognese di adozione e residente tra piazza Aldrovandi e strada Maggiore riflette sulla movida che tante polemiche sta scatenando.
Roversi, i residenti della piazza lamentano una situazione insopportabile. Lei lo sente il rumore?
"Io sono un po’ decentrato rispetto alla piazza e vivo al sesto piano e faccio un lavoro per cui torno a casa piuttosto tardi o sono fuori, quindi l’impatto per me è minore. Però mi è capitato di rientrare tardi ed effettivamente c’è musica fino a orari improponibili: per chi vive ai primi piani ti entra in casa. Comunque ho provato a parlare con alcuni di questi ragazzi".
Cosa le hanno detto?
"Ho chiesto perché stanno tutti lì, nella piazza, e mi hanno detto che non hanno i soldi per passare la serata in un locale, costa troppo. E quando ho domandato loro perché però facciamo la pipì ovunque, mi hanno detto: ’E dove la facciamo?. Effettivamente c’era un vespasiano e lo hanno tolto".
Da cittadino di Bologna pensa che il problema si riesca a risolvere?
"Il disagio c’è ma questa è la zona universitaria e, comunque, questi ragazzi sono una ricchezza per la città che senza loro, con ogni probabilità, sarebbe una città di soli anziani".
Delle proposte di istituire street tutor, agenti in borghese, rafforzare i controlli cosa ne pensa?
"Gli street tutor che sarebbero i vigili di quartiere? Vanno bene ma devi dare loro spessore e devono relazionarsi con questi giovani: è un problema sociale, culturale ma la zona universitaria è questa".
Sulla concentrazione di un certo tipo locali cosa dice?
"È vero che il Comune non può può fare questo tipo di programmazione delle attività e questo non va bene. Se non lo fai poi ti trovi una piazza bella come questa piena di gente e di attività che attirano la gioventù. Puoi mettere degli orari, ma solo con la repressione non ce la fai. Forse bisogna fornire loro anche dei luoghi di sfogo".
A cosa si riferisce?
"Probabilmente sgomberare tutti i luoghi che vengono occupati non è giusto: avere qualche posto che costa poco o niente dove questi ragazzi possono andare potrebbe far sì che non venissero tutti qui, in piazza Aldrovandi. Comunque ho fiducia nell’Amministrazione".
Dice che ce la farà a trovare un rimedio?
"Io sono speranzoso: se fai programmazione, fai la regia sociale di questi fenomeni si può trovare una soluzione".