Patrick Zaki ultime notizie, Bologna prepara la festa in piazza Maggiore: quando il rientro in Italia

Il ricercatore egiziano dell’Alma Mater è libero. La professoressa Monticelli: “Frastornato ma anche molto felice”. La burocrazia fa ritardare la partenza verso il nostro paese, ma dalla Farnesina assicurano che non ci saranno problemi: a breve il visto. Tajani: “Nessun baratto con Regeni”

Bologna, 20 luglio 2023 – Patrick è libero e, come dichiarato appena uscito dal carcere di Gamasa non vede l’ora di tornare in Italia. Come annunciato ieri dalla premier Giorgia Meloni, dopo la grazia concessa dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi, doveva essere proprio oggi il giorno dell’arrivo di Patrick Zaki nel Belpaese ma forse la festa slitterà a domani o, più probabilmente nel weekend. "Sto programmando di essere lì a Bologna sabato mattina arrivando a Milano: da Milano mi sposterò a Bologna”, ha detto Zaki stesso ai giornalisti uscendo dall'ambasciata italiana al Cairo.

E intanto a Bologna sono già partiti i preparativi per riabbracciare il neolaureato all’Alma Mater in piazza Maggiore.

Il rilascio: Patrick libero

La giornata di oggi è iniziata questa mattina con una lunga attesa da parte della famiglia, dell’Italia e della comunità internazionale, che hanno richiesto a gran voce la sua liberazione dopo la condanna a tre anni di martedì 28 luglio per diffusione di false notizie e destabilizzazione della sicurezza nazionale.

Solo alle 12 Patrick è stato liberato e, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza, la prima cosa che ha fatto è stata abbracciare la madre Hala, poi la fidanzata Reny Iskander, la sorella Marise e il padre George. I familiari, sostenuti dall’amica Yousra El Klesly e da altri amici, lo attendevano da ore fuori dalla prigione di Gamasa.

Zaki appena liberato abbraccia la madre
Zaki appena liberato abbraccia la madre

Ieri era stato comunicato che l’attivista sarebbe stato rilasciato alle nove, ora locale egiziana, le otto in Italia ma i tempi si sono allungati. Il ricercatore è uscito intorno alle 12 e 10 ore italiane dall’istituto penitenziario di Damietta, città costiera nel nord dell'Egitto a circa settanta chilometri a est di Mansura, dove la famiglia Zaki risiede. Già intorno alle 9 di stamani la sorella di Zaki, Marise, su Facebook scriveva: "Stiamo ancora aspettando che Patrick esca...". Qualche ora di attesa e poi l’abbraccio tanto sperato. 

Fuori dalla Direzione di polizia di Nuova Mansura, la madre, che aveva avuto la possibilità di far visita a Patrick l’altro ieri, ha raccontato che il figlio non è stato rinchiuso in alcuna cella di sicurezza ma ha dormito in una stanza per gli ufficiali. "Ottima notizia. Ora auspichiamo che possa presto beneficiare della libertà di viaggiare e che questa comprenda ovviamente quella di viaggiare dall'Egitto ma anche di tornarvi ogni volta che lo desidererà”, ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.  

 Patrick: “In Italia il prima possibile”

Fuori dal carcere, oltre alla famiglia, erano presenti anche diversi giornalisti. "Temevo di passare un altro anno e due mesi in carcere. Ora sono libero, penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto” ha detto Patrick Zaki alla stampa che lo attendeva nei pressi della Direzione di polizia di Nuova Mansura.

"Sto pensando a ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all'università”, le parole del neolaureato dell'Alma Mater. Incalzato dai giornalisti sui suoi prossimi spostamenti, Zaki si è limitato a rispondere: "Ora torno al Cairo”. Ma poi in serata: “Sto programmando di essere lì a Bologna sabato mattina arrivando a Milano: da Milano mi sposterò a Bologna”, ha detto ai giornalisti uscendo dall'ambasciata italiana al Cairo

Il ricercatore e attivista ha anche voluto ringraziare Bologna, l’Università, il rettore Molari e tutta la sua gente. “Sono parte della comunità di Bologna, appartengo a loro, sicuramente – ha detto ai giornalisti Patrick subito dopo essere stato rilasciato –. Sono veramente contento per quello che hanno fatto per me da anni. Hanno dimostrato un vero impegno nei confronti del mio caso e adesso sono libero”. 

Grande gioia espressa sui social anche dalla fidanzata Reny Iskander: "Te l'avevo detto che avremmo vinto". Scrive così su Facebook, con un doppio cuore, la giovane sotto a due foto scattate questa mattina insieme a Patrick e alle sue sorelle. 

Il rientro in Italia

A fornire qualche dettaglio in più è stato il ministro Antonio Tajani che a Bruxelles ha dichiarato: “Patrick Zaki oggi è stato in ambasciata e ha parlato con il nostro ambasciatore" al Cairo. Sulle tempistiche però non ci sono conferme, il vicepremier si è limitato a dire: “Vedremo dove e quando, mi auspico che potrà tornare nelle prossime ore in Italia”. 

Nel tardo pomeriggio fonti della Farnesina hanno confermato la presenza di Patrick all’ambasciata italiana per presentare il passaporto e ottenere il visto per l'Italia. Sui tempi dell'arrivo nessuna informazioni certa. E’ stato poi lo stesso ricercatore a confermare la sua imminente partenza direzione Bologna. “Ora il processo è finito e sento che ho il diritto di presentarmi per ritirare la laurea, di condurre una vita normale a Bologna e spero che questo accada nei prossimi due giorni, tornando in Italia dopo diversi anni di assenza”. 

Bologna si prepara alla festa

Tanta emozione oggi sotto le Due Torri alla vista delle immagini di Patrick finalmente libero. “Ho ricevuto la foto di Patrick appena uscito dal commissariato di Polizia. Siamo contenti: sappiamo che presto arriverà in Italia, lo attendiamo a Bologna il prima possibile”. Le parole del sindaco Matteo Lepore

Il primo cittadino ha parlato anche del futuro del giovane ricercatore a cui verrà consegnata la cittadinanza onoraria che il Consiglio Comunale ha già approvato due anni fa. “Per prima cosa con Patrick discuteremo di cosa vuole fare a Bologna, nel nostro Paese, quanto tempo rimarrà. Faremo sicuramente una bella festa in Piazza Maggiore – ha aggiunto –. Appena ci metteremo in contatto con lui concorderemo quale tipo di festa vuole fare nella nostra città che di nuovo lo riabbraccerà dopo tanti mesi di battaglia per poterlo vedere libero”.

La gioia della sua Alma Mater

Tanta la gioia in zia Zamboni alla notizia del rilascio di Patrick. L’Alma Mater lo aspetta a braccia aperte per festeggiare la fine positiva dell’intera vicenda e la recente laurea a distanza proprio nell’ateneo bolognese. "Spero di poterlo riabbracciarlo nel più breve tempo possibile. Stiamo organizzando una festa, che non sarà solo di Bologna ma di tutto il Paese", ha detto il rettore Giovanni Molari

In questa giornata di felicità e grandi emozioni, il giovane ricercatore è riuscito a contattare anche la sua relatrice, la professoressa Rita Monticelli, che si è sempre battuta per la sua libertà. A raccontarlo è il prorettore dell’Università di Bologna Federico Condello: “È tanto comprensibilmente contento quanto comprensibilmente confuso. Ora speriamo che abbia un momento di pace e respiro dopo il saliscendi incredibile di emozioni di questi giorni che ha frastornato noi, quindi figuriamoci lui”.

Infine la domanda che tutti si stanno facendo: quando tornerà Zaki in Italia? “Non abbiamo ancora certezze sulla data del suo rientro in Italia, ma tutto fa pensare che sia imminente”, ha risposto Condello che ha anche parlato del futuro del ricercatore. “Il giorno della sua laurea all'Alma Mater aveva espresso l'auspicio di proseguire gli studi magari intraprendendo il percorso di un Dottorato di ricerca. Ora, da uomo libero, quell'ipotesi resta sul tavolo e lo potrà fare a Bologna o altrove ma se la dovrà giocare partecipando ai bandi di concorso”. 

In sera sono arrivate anche le parole della professoressa Monticelli, coordinatrice del master Gemma seguito dallo studente egiziano. “Sono stati anni difficili ma non abbiamo mai perso la speranza anche per sostenere Patrick e Patrick, allo stesso tempo, ha sostenuto noi dicendo che le nostre voci arrivavano oltre le mura del carcere. Una cosa bellissima che ha dato senso al nostro lavoro”, ha detto la professoressa.  

Tajani: “Nessun baratto”

Secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella vicenda Patrick Zaki la diplomazia italiana ha avuto "un ruolo determinante insieme alla nostra intelligence", è "stato un lavoro corale e alla fine il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia". Il titolare della Farnesina ha poi chiarito che non c’è stato nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco, e su Regeni ha assicurato: “Continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda, come abbiamo sempre fatto. Intanto abbiamo portato a casa la liberazione e la grazia per questo giovane ricercatore, andremo avanti, anche per il resto”. Il vice-premier su Giulio Regeni ha aggiunto: “Dobbiamo avere il maggior numero possibile di notizie sulle persone sospettate dell'omicidio del giovane ricercatore”.

Il ministro poi ha ricordato le sue due missioni in Egitto e i colloqui con il presidente egiziano Al Sisi, "dove ho più volte ribadito la necessità di liberare questo giovane ricercatore". Ora che "il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia", è "una bella notizia per tutti e - ha concluso - questo giovane ricercatore potrà venire nel nostro Paese lavorare e avere una bella carriera davanti". 

Bernini: “Successo del governo italiano, benvenuto Patrick”

"Una bellissima notizia, anche frutto della politica estera di questo governo. Siamo molto contenti e siamo particolarmente soddisfatti anche che Patrick Zaki voglia tornare in Italia e a Bologna. Io insegno all'università di Bologna, quindi sono particolarmente contenta che lui si sia laureato e stia tornando. Il suo rientro lo commento con un 'benvenuto Patrick'". Ha commentato la ministra per l'Università e la ricerca Anna Maria Bernini.