Patrick Zaki processo rinviato al 9 maggio. Il rettore: “Crea angoscia”

Giovanni Molari: “Noi non smetteremo di mostrare la nostra volontà di stargli accanto”. Riccardo Noury (Amnesty Italia): “Processo infinito, questo incubo deve finire”

Bologna, 28 febbraio 2023 – Ennesimo rinvio del processo a carico di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell'Università di Bologna a lungo in carcere in Egitto e ancora impossibilitato a lasciare il Paese a causa delle accuse di "diffusione di notizie false".

Il giudice del tribunale di Mansoura ha infatti fissato per il 9 maggio una nuova udienza, la decima, a carico dello studente che rischia fino a cinque anni di carcere. A darne notizia su Twitter stato lo stesso Zaki, due ore dopo aver comunicato la ''fine della seduta e attesa della decisione'', con la speranza che portasse alla fine del processo. 

"Sempre a sostegno dei diritti umani. Al più presto di nuovo a Bologna'', aveva scritto questa mattina Zaki su Twitter prima di recarsi nel tribunale che si occupa dei reati contro la sicurezza dello Stato insieme alla madre, alla fidanzata e ai suoi avvocati. Invece si tratta di un ‘processo infinito’, come ha scritto il direttore di Amnesty Italia Riccardo Noury, parlando di ''altre settimane di attesa'' nella speranza che ''questo processo termini presto e bene, che Patrick Zaki torni a Bologna''. Noury ha quindi detto che è "'fondamentale che le istituzioni italiane facciano pressioni su quelle egiziane. Questo incubo deve finire'”.

E’ una notizia che "accogliamo con una sempre più forte amarezza e angoscia". Questo il commento del rettore dell'Alma Mater Giovanni Molari all’ennesimo rinvio. "Ieri - ricorda Molari in una nota - ancora una volta in tante e tanti ci siamo ritrovati in piazza Nettuno per un'iniziativa di Amnesty International sostenuta dal Comune e dall'Università, e lì, nel cuore di Bologna, ho ricordato che il nostro Patrick Zaki è per noi non solo oggetto di preoccupazione e dedizione, ma anche una ricca fonte di ispirazione", in quanto "la sua tenace difesa dei diritti umani è una lezione per tutti e un esempio che rafforza il nostro costante impegno".

A Zaki, dunque, il rettore manda a dire che "non sei e non sarai mai solo", aggiungendo che "la tua città e la tua università ti aspettano a braccia aperte" e che "fino a quando non potremo rivederti tra noi, non smetteremo di mostrare a tutto il mondo la nostra volontà di esserti accanto".