Patrick Zaki, la lettera della fidanzata per l’anniversario: “Io e tutto il mondo siamo con te”

Reny scrive allo studente egiziano dell’Unibo: “Celebreremo il nostro amore sfidando il destino”

Bologna, 19 luglio 2023 – L’amore affidato alla penna e alla foto di un anello. Poche righe, ma di grande impatto quelle che Reny Iskander, la fidanzata di Patrick Zaki, scrive allo studente egiziano dell’Unibo, ieri condannato a tre anni e oggi graziato dal presidente Al Sisi.

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Sull’anello si legge chiaramente 19/07/2019, segno che oggi sono quattro anni dall’inizio del rapporto tra i due.

“Patrick amore mio, buon anniversario. Oggi sono quattro anni che stiamo insieme. Il tempo è passato con i suoi alti e bassi, non so neanch’io come. Anni di amore, affetto e generosità incondizionata. Sono entusiasta per una vita piena insieme a te, con tutte le sue esperienze. Sia quelle difficili che quelle facili. Riusciremo a celebrare il nostro matrimonio in tempo e sarà più bello di come lo abbiamo sognato. Celebreremo il nostro amore, sfidando il destino che con noi è stato così ostinato e vinceremo. Io sono con te e tutto il mondo è dalla tua parte. I tuoi professori dell’Università ti mandano tutti il loro supporto e amore. I colleghi, i compagni di classe, gli amici e i tuoi affetti da tutto il mondo sono accanto a te, specialmente in piazza Maggiore. Stai tranquillo e non ti preoccupare, non sei da solo.

Ti amo, Reny”

Ieri, intanto Zaki è stato condannato a tre anni di carcere durante l’ennesima udienza a Mansura, in Egitto. Lo studente è tornato quindi direttamente in carcere, dove ha già trascorso 22 mesi e da dove era uscito nel dicembre 2021.

La condanna è stata comminata per il suo articolo del 2019 ‘Displacement, Killing & Harassment: A Week in the Diaries of Egypt's Copts’, in cui ha parlato della situazione della comunità copta in Egitto. Un articolo che gli è valso l’accusa di “diffusione di notizie false”. Il verdetto non è appellabile, né può essere oggetto di riesame.

Gli resterebbe, quindi, ancora un anno e due mesi. La speranza ora è appesa alla grazia del presidente egiziano Al-Sisi, pressato dalla comunità internazionale.