Patrick Zaki torna, ancora una volta, in tribunale. Ancora una volta nell’aula di Mansura per la decima udienza di un processo che ormai si trascina da 3 anni e tre mesi. E mentre Bologna scende in piazza in sostegno dello studente egiziano, i riflettori sono puntati sulla corte, nella speranza che questa volta metta la parola fine ad una vicenda in cui lo studente egiziano che studiava in Italia, rischia 5 anni di carcere. A differenza delle nove precedenti, l’udienza di oggi a Mansura è quella che segue un’arringa difensiva completa generando quindi speranze di una sentenza che chiuda il caso. Ma non mancano anche i timori per la decisione della Seconda Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori della città natale di Patrick sul delta del Nilo che finora ha sempre disatteso le aspettative. Pur a piede libero dal dicembre 2021, l’attivista rischia sempre altri cinque anni di cella per il contenuto di un suo articolo del 2019 su un attentato dell’Isis e due casi di presunte discriminazioni di copti, i cristiani d’Egitto.
Zaki "sia finalmente liberato". A chiederlo ancora una volta è il deputato Pd, Andrea De Maria, intervenuto alla Camera. Che prosegue: "Tutte le nostre Istituzioni sono chiamate al massimo impegno per chiedere alle autorità egiziane che finisca il suo calvario giudiziario".