REDAZIONE BOLOGNA

Patrick Zaki a 'Che tempo che fa': "Mi sento bolognese e voglio vivere a Bologna"

Lo studente di Unibo ospite della trasmissione di Fazio su Rai Tre: "E' grazie a tutti voi se sono a casa. Voglio restituire alla città tutto l'affetto e il sostegno che mi ha dato"

Patrick Zaki festeggia la libertà dopo 22 mesi di carcere

Bologna, 12 dicembre 2021 - "E' grazie a tutti voi se sono a casa. Adesso sto proprio bene e devo ringraziare tutti voi. Mi sembra di essere in un sogno, sto ancora cercando di capire cosa mi è successo. Sono onorato di essere qui", ha detto come prima cosa Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna liberato dopo 22 mesi di carcere in Egitto, ospite stasera della trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio su Rai Tre.

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(video concesso dalla Rai, dal sito www.raiplay.it)

"Per il momento non ho nessun divieto di viaggiare, spero di poter venire in Italia, a Bologna al più presto. Voglio esserci domani - ha proseguito Zaki in collegamento via internet dalla sua casa in Egitto -. Sono stato tagliato fuori da tutto in questi 22 mesi, il momento più terribile è stato quando mi hanno detto di aspettare al controllo passaporti. È stato uno dei momenti più terribili, spero che non capiti a nessuno. Fino a poche prima che mi rilasciassero era preoccupato, poi mi sono ritrovato fuori, è stata un'emozione incredibile, ancora adesso non ci credo".

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Lo studente egiziano ha poi aggiunto che è stato aiutato "dall'amore di tutti, della mia famiglia, dell'Italia, di tutti i miei amici bolognesi". "La prima cosa che ho fatto quando sono stato a casa? Una doccia". "E' stato un grandissimo onore essere stato citato da Liliana Segre - ha proseguito il giovane - e avrò il grandissimo piacere di incontrarla, è stato di grande ispirazione quello che ha detto di me". Su cosa duccederà al processo invece ha ammesso che "non lo so, tengo le dita incrociate, spero che mi succeda una bella cosa: voglio tornare a Bologna". 

"Ringrazio la mia professoressa Rita Monticelli - ha concluso Zaki , per me è una di famiglia. Essere parte della comunità universitaria di Bologna, che mi ha dimostrato tanto affetto, è stata la forza vitale che mi ha fatto andare avanti ogni giorno. Vorrei davvero completare gli studi lì. Mi sento un bolognese e voglio vivere a Bologna, voglio fare qualcosa per questa città che mi ha sostenuto in questi mesi. E Forza Bologna, voglio andare allo stadio prima possibile".

Zaki, chiuso il falso profilo su Instagram 

Il falso profilo su Instagram di Patrick Zaki è stato chiuso. Ne dà notizia Amnesty International Italia riferendosi a un account fake comparso sul social a poche ore dalla scarcerazione dello studente egiziano dell'Università di Bologna. Gli unici due profili ufficiali di Zaki, diffusi dalla stessa rete dei suoi sostenitori, sono su Facebook e su Twitter ( patrickzaki1). Il falso profilo Instagram, segnalato dalla stessa ong, era un potenziale rischio per il ricercatore visto che il suo calvario è cominciato, secondo le prime accuse, proprio per alcuni post da un account social che Zaki e i suoi legali hanno sempre dichiarato essere un fake.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha poi aggiunto sull'intervento in tv di Zaki: "Il sorriso di Patrick, dopo 22 mesi di incubo, ha provocato un'emozione fortissima. Le sue parole hanno confermato che Bologna ha avuto un effetto-resistenza sul suo stato d'animo. Lo aspettiamo presto anche se sappiamo che tra il suo desiderio e la su realizzazione c'è di mezzo ancora un'udienza del processo. Ma siamo fiduciosi".

Patrick Zaki: la storia

Patrick Zaki, studente egiziano dell'università di Bologna, è stato liberato dal carcere di Mansoural'8 dicembre scorso, dopo 22 mesi di prigionia in Egitto, anche se il ricercatore non è ancora stato assolto dalle accuse e la prossima udienza del processo si terrà il primo febbraio. Appena uscito dal carcere ha alzato la mano con le dita alzate in segno di 'vittoria'. Poi ha esclamato un "Forza Bologna". "Voglio essere in Italia il prima possibile - aveva aggiunto poco dopo -, appena potrò andrò direttamente a Bologna, la mia città, la mia gente, la mia università e voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all'Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto". Zaki ha poi festeggiato la prima giornata fuori dal carcere con la propria famiglia e il primo tweet recitava così: "Libertà, libertà, libertà", mentre nella foto mostrava un braccialetto del Bologna calcio. La stessa squadra rossoblù si è detta felice di ospitarlo allo stadio quando ritornerà in città.  

Zaki era stato fermato al Cairo il 7 febbraio del 2020, quando si era recato in vacanza con la sua famiglia. Era stato interrogato e sottoposto a torture, poi il giorno dopo è scattato l'arresto per un mandato di cattura emesso nel 2019. Le accuse erano di istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo, gestione di un account social che puntava a minare la sicurezza pubblica. Da quel momento è scattata una lunga mobilitazione per arrivare alla liberazione di Zaki, tra cui la Farnesina (che ha seguito la vicenda passo passo), il Parlamento Europeo, Amnesty International e la città di Bologna. Proprio Bologna l'11 gennaio scorso lo aveva eletto cittadino onorario.