C’è un ingorgo che non lascia le autoscuole dormire sonni tranquilli. Sotto le Torri, la mole degli esami della patente da smaltire è monstre: oltre 6.000 prove arretrate, considerando quelle per la patente B, ma anche per A, AM, A1 e A2. A segnalare l’impasse sono le stesse scuole guida e molte lo fanno in maniera anonima, per non incrinare ancora di più i rapporti con la motorizzazione, che sembrano ormai ai ferri corti. Alla base ci sarebbero le difficoltà di comunicazione, procedure a rilento e una disponibilità di posti insufficiente.
"Abbiamo sollecitato più volte la motorizzazione, che fa capo alla Direzione generale territoriale del nord-est, con telefonate, mail, Pec – segnalano da un’autoscuola della provincia –, ma ancora oggi non abbiamo ottenuto risposta. Eppure gli esami si accumulano e continuano i problemi per smaltirli. Servirebbe rivedere l’organizzazione degli spazi e le modalità di accesso ai posti liberi, perché così sarà sempre peggio".
Secondo i dati in possesso delle scuole, gli esami arretrati sarebbero attualmente 6.173, con 3.969 protocolli attivi solo per quello che riguarda la teoria, e un saldo di 129 prove in meno rispetto a novembre: la situazione, insomma, si trascina da un po’. E con il nuovo codice della strada appena entrato in vigore, c’è chi è pronto a scommettere che il quadro peggiorerà ancora. La maggior parte riguarda i cosiddetti ‘gao’ – cioè gruppi di autoscuole organizzati –, che comprendono diversi centri: per quello di ‘Pianura’, ad esempio, l’arretrato parla di 1.095 esami. E ancora: 702 per il gao denominato ‘Tab’, 637 per il ‘Savena’, 457 per quello di Imola, 406 per il ‘Borgo’, 368 per ‘Sasso-Isaia’ e 306 per ‘Minarelli’. Ma la lista è lunga e continua, con dozzine e dozzine di test indietro anche per le autoscuole escluse dai gruppi organizzati, seppure con meno entità.
"Noi non abbiamo grandissimi problemi, ma la situazione diffusa a Bologna è effettivamente questa – commenta Maurizio Serafini dell’autoscuola Galletti e Pagnoni –. A volte la colpa è anche dei candidati, che non sono preparatissimi e ci fanno arrivare agli sgoccioli, ottenendo meno posti. C’è un aspetto, però, alla base di tutto: non sono più le scuole a chiedere gli esami, ma è la motorizzazione che concede quelli che riesce a svolgere. Oggi, di fatto, la comunicazione è pressoché nulla".
Il problema sarebbe emerso già qualche anno fa, in tempi di pandemia, e le conseguenze dell’accumulo si sono protratte fino a oggi. "Il limite per fare la pratica, dopo aver passato la teoria, è un anno – aggiungono da un altro centro –. Da quando ci si iscrive all’autoscuola, si ha diritto a due prove da effettuare nell’arco di sei mesi, ma non sempre riusciamo a mettere in porto anche la seconda. Bisognerebbe gestire meglio le aule, sfruttando in maniera diversa il personale, che è carente. Eppure non veniamo ascoltati". Dalla motorizzazione, intanto, nessuna dichiarazione.