Bologna, 23 marzo 2021 - Gira e gira, a sei anni dalla sua approvazione – c’era ancora il governo Renzi – e a conclusione di un intero mandato consiliare a Palazzo d’Accursio (cioè cinque anni), si torna sempre lì, al Passante di Mezzo. Pure la campagna elettorale del 2021 sarà caratterizzata dal confronto sull’opera principe della mobilità cittadina, anche perché tra ritardi, progetti da cancellare e riscrivere da capo per poi farli praticamente uguali a quelli originari (vedi alla voce Toninelli), l’allargamento del nodo tangenziale-autostrada è sempre lì: fermo. E quando un progetto non parte, la discussione riprende, ciclicamente e con tendenza all’infinito e oltre.
La Regione blinda il Passante. Che costa di più
Del Passante, sicuramente, parleranno il segretario dem Luigi Tosiani e i potenziali alleati di Coalizione Civica e dei Verdi, nel calendario di consultazioni sul programma del centrosinistra che la federazione dem sta imbastendo in queste ore. A Palazzo d’Accursio Emily Clancy e Federico Martelloni, consiglieri di Coalizione, hanno più volte chiesto – l’ultima un mese fa – un’indagine epidemiologica sugli effetti del traffico del nodo autostrada-tangenziale, dato a loro avviso necessario per capire come procedere sul tema dell’allargamento.
Quello delle infrastrutture, Passante compreso, potrebbe essere uno snodo fondamentale per orientare le scelte del mondo a sinistra del Pd sull’alleanza. In pochi scommettono su una corsa solitaria come cinque anni fa – anche perché tante cose sono cambiate rispetto al 2016 e l’esperienza di Coraggiosa alle Regionali ha dimostrato che la sinistra viene premiata quando esprime una proposta di governo –, ma molto dipenderà dall’esito del confronto interno ai dem sul candidato sindaco, cioè se si faranno le primarie e soprattutto in quale clima: se la maionese dovesse impazzire, o se su alcuni punti programmatici ci dovessero essere distanze non colmabili, allora tutto potrebbe cambiare.
Pensare che il Passante sia un argomento di discussione solo nel campo del centrosinistra, però, è sbagliato: anche nel mondo centrista e del centrodestra ci sono sensibilità diverse sul tema. Per esempio: Fratelli d’Italia è da sempre convinta sostenitrice del Passante Sud, quello che dovrebbe attraversare la collina e collegare ‘dal basso’ A1 e A14. Un progetto sostenuto anche da Forza Italia e, per anni, pure dalla Lega. Che ultimamente, però, ha deciso di abbandonare questa ipotesi, sposando – almeno stando alle parole di due settimane fa del referente cittadino del Carroccio, il consigliere regionale Michele Facci – l’ipotesi alternativa avanzata dalle colonne di questo giornale dall’architetto e urbanista Gabriele Tagliaventi, ossia la realizzazione di un tunnel interrato sotto il tracciato attuale del Passante che colleghi le tre autostrade A1, A13 e A14. Con contestuale demolizione del nodo autostrada-tangenziale esistente e la sua sostituzione con un eco-boulevard dove transiterebbero una linea di tram da San Lazzaro a Casalecchio e svariate piste ciclabili. Un cambio di paradigma non di poco conto.
E poi c’è il mondo centrista: Gian Luca Galletti era ministro dell’Ambiente con Renzi quando Palazzo Chigi diede l’ok al Passante di Mezzo e ha più volte difeso l’opera. Qualora diventasse il candidato del centrodestra – ipotesi non più così peregrina rispetto a qualche mese fa – dovrebbe riuscire a trovare un (non facile) punto di equilibrio tra le varie anime della coalizione. Ma è vero che pur di strappare Bologna al Pd un accordo di qualche tipo si potrebbe trovare anche su un tema così delicato.
Poi ci sono i convitati di pietra, Regione e Ministero, che hanno dato una decisa accelerata alla cantierizzazione del progetto (si conta di partire con i lavori nei primi mesi del 2022): una mossa, la loro, che potrebbe mettere la parola fine a tutte le alchimie politiche e i discorsi da campagna elettorale. Con un’infrastruttura già avviata, chi si sognerebbe, a destra e a sinistra, di rimetterla in discussione?