di Paolo Rosato
La famosa giacchetta tirata da una parte e dall’altra, protagonista di una delle più utilizzate metafore al servizio dei balletti della politica, probabilmente ce l’ha anche il Passante di Bologna. Un’infrastruttura pensata da secoli, che attraversa gli inverni, i governi e le campagne elettorali e che pare sempre sballottata da una parte e dall’altra. Non può fare eccezione, ovviamente, la discussione locale che precede il voto del 25 settembre. E il Passante che fa? Conferma ancora la sua semi-immunità all’ottovolante elettorale, cioè va avanti, malgrado l’ennesima giacchetta ridotta a brandelli. Chi andrà al governo ci metterà la testa, ma intanto è importante capire lo stato dell’arte dell’opera.
IL CRONOPROGRAMMA
Secondo quanto si apprende da fonti tecniche di Autostrade per l’Italia, sarebbe quasi in dirittura d’arrivo la fase di confronto tra Aspi e gli espropriandi, partita spedita all’inizio dell’estate in città con l’apertura dell’Info Point in alcuni locali di Liber Paradisus. A metà ottobre tutte le pratiche dovrebbero essere a bolla (la trattazione è in tandem con il Comune), e nello stesso periodo Autostrade dovrebbe emettere al ministero della Mobilità sostenibile e delle Infrastrutture il progetto definitivo del Passante. Il governo avrà quindi 90 giorni per dare il suo ok al progetto e dare al tracciato la dichiarazione di pubblica utilità, e secondo quanto filtra si spera che la pratica arrivi a dama prima delle scadenze di legge, Aspi potrebbe in quel caso accelerare nel mettere a terra in maniera concreta la parte degli espropri. Contestualmente, Aspi sta portando avanti il progetto esecutivo del Passante, che sempre secondo fonti tecniche dovrebbe avere l’ok tra marzo e aprile del 2023. Se tutta questa prima parte del cronoprogramma dovesse essere rispettata, allora Aspi potrebbe prima mettere a posto i sottoservizi con dei cantierini propedeutici, poi come da programma andare a cantierare in maniera completa nella seconda metà del 2023. I cantierini propedeutici dovrebbero essere presi in mano da Amplia, ex Pavimental, società in pancia ad Autostrade. E non escluso che anche la parte più corposa dei lavori possa essere, anche lei, presa in mano da Amplia, in seguito alle ultime modifiche legislative che danno più libertà alle stazioni appaltanti nell’utilizzo delle società in house. Infine la fase 2, quella delle ulteriori mitigazioni green portate a casa dal Comune l’anno scorso. E’ confermato che ci sarà un patto preliminare, la discussione tra Palazzo d’Accursio, Aspi, governo e Regione procede e sarà buttata giù (più avanti) una road map.
IL BOTTA E RISPOSTA
E mentre Autostrade, unicamente ente tecnico, va avanti come da indicazioni della Conferenza dei servizi, la politica è tornata a scontrarsi sull’opera. Ieri ha rimettere la palla al centro è stato Marco Lisei (Fratelli d’Italia): "Prima queste opere sono state scelte e decise dall’alto, poi è stata invocata la ‘partecipazione’ per convincere i cittadini – ha detto il consigliere regionale riferendosi a tram e Passante –. Non è il nostro metodo e se andremo al governo abbiamo l’intenzione di rivedere tutte queste discusse infrastrutture. Se sono rivedibili, ci attiveremo; se non lo sono, cercheremo di migliorarle". Non si è scomposta Valentina Orioli. "Il Passante non mi sembra affatto in dubbio – ha detto l’assessora alla Mobilità di Palazzo d’Accursio –, noi stiamo lavorando in piena sintonia con Aspi per completare la progettazione esecutiva, con tutte le opere di mitigazione. Se un cambio di governo intende fermare la transizione ecologica, lo dirà quel governo".