Bologna, 23 novembre 2018 - Treni metropolitani più frequenti, linee di tram che migliorino la mobilità di Bologna in un ridisegno complessivo che punti su un trasporto pubblico sostenibile, prima di tutto su ferro. Poi probabilmente un allargamento della tangenziale ci sarà. Ma sarà minimo, a costi contenuti e solo nei tratti più trafficati. L’informale addio al Passante di Bologna nella sua forma originaria – a meno di meteoriti che colpiscano il patto attuale di governo – è stato ribadito ieri mattina al ministero dei Trasporti durante un summit allargato – lui sì – in cui si è parlato di tutte le grandi opere in agenda. C’era Rfi, ma non c’era Autostrade, che ufficialmente non ha presentato alcun progetto alternativo a quello originale, come gli era stato chiesto da Toninelli. Per questo i tecnici del Mit si stanno adoperando per presentare un altro progetto. Ma dove andranno a finire i 700 milioni di euro accantonati da Autostrade? Si vedrà. Questo cambio potrebbe prevedere anche lo sblocco di nuovi fondi ministeriali. Meno auto, più treni.
Il Mit chiederà in questi giorni dati e dossier sulle previsioni dei carichi di traffico dei trasporti bolognesi. Tram, treni, collegamenti regionali, verranno interpellati Rfi, Tper e verrà anche chiesto il Pums della Città metropolitana. Secondo il ministero e i suoi tecnici il nodo di Bologna, con un allargamento come quello immaginato da Autostrade e dagli enti locali, anche dopo un anno sarà intasato, più di prima. Si punterà quindi su sostenibilità e qualità dell’aria. Per questo andranno avanti studi negli anni per adattare e migliorare gli interventi.
La Regione e i comitati In piccola parte però dovrebbe essere mantenuto un allargamento delle uscite più trafficate della tangenziale, sarà un accorgimento non impattante, su questo spinge il Mit. Il progetto non dovrebbe tenere in alcun modo conto della Valutazione d’impatto ambientale conclusa dal ministero dell’Ambiente la primavera scorsa. Semmai, dovrà essere ripetuta. Sulle opere di adduzione al Passante il discorso è ancora formalmente aperto, se ne dovrà riparlare sempre con Autostrade.
"Si punta a un progetto mostruosamente meno impattante rispetto al Passante di mezzo – sottolinea Massimo Bugani, vicecapo della segreteria del vicepremier Di Maio –, che sia onnicomprensivo di tutta la mobilità. Come avevamo detto più volte, non era stata mai presa in considerazione l’idea di non fare nulla. Il nulla è quello che ha fatto il Pd a tutti i livelli in questi 20 anni. Si interverrà soprattutto sul trasporto pubblico sul ferro, dal quale non si può prescindere per snellire il traffico privato su gomma". In questi giorni il ministero contatterà i comitati del ‘No’ per un incontro e un’analisi degli studi. La Conferenza dei servizi è ancora sospesa. Bonaccini e Donini si erano lasciati con Toninelli per un nuovo summit. "Quando sarà completo il nuovo studio verranno convocati" sottolinea Bugani.