La raccomandazione del prefetto Attilio Visconti affinché vengano rispettate le regole della campagna elettorale in vista delle Politiche, pare non cambierà i programmi della Festa dell’Unità. E, da quanto trapela dal Pd, la kermesse del Parco Nord non dovrebbe dare spazi agli avversari. In sintesi: gli ospiti saranno strettamente del Pd o dei partiti che hanno aderito al fronte progressista di Enrico Letta. In più, fatta eccezione per il ’front runner’ Letta e qualcun altro, è probabile che si darà la precedenza ai candidati del territorio. Anche se non è escluso che verranno in città Luigi Di Maio e Carlo Calenda, giusto per citare alcuni nomi. O, chissà, magari Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, freschi di accordo con il Pd. Il programma, comunque, non è ancora definito, visto il risiko delle alleanze che ha tenuto banco negli ultimi giorni. E c’è già chi tra i dem invoca ’solo’ un diritto di tribuna agli alleati anche per la festa dell’Unità per tirare, invece, la volata ai candidati del Pd.
L’ESPOSTO DI FD’I
Al di là delle scelte dem, il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Sassone e il consigliere Stefano Cavedagna – che hanno presentato un esposto giovedì – non mollano. E invocano, in vista della kermesse Pd al Parco Nord dal 25 agosto al 18 settembre, affinché "ci venga consentita la piena agibilità politica".
PALAZZO D’ACCURSIO
Da qui, la richiesta al Comune di avere contezza delle piazze libere da eventi in cui tenere comizi elettorali. Da quello che trapela, Palazzo d’Accursio potrebe venire incontro alla richiesta del prefetto e domani potrebbe esserci una riunione ad hoc. Una delibera di giunta, per ora, ha individuato le piazze per i comizi elettorali, fatti salvi eventi già programmati: Piazza della Pace, Lambrakis, Capitini, dei Colori, Santo Stefano, Minghetti alle quali si aggiungono Piazza Maggiore, piazza Galvani, piazza San Francesco, piazzale Jacchia (Giardini Margherita), piazza Carducci, piazza dell’Unità, piazzale via Roselle.
LE CANDIDATURE PD
Ma ad agitare i partiti non c’è solo la par condicio. Sullo sfondo restano le candidature che verranno e, soprattutto, le alleanze che si stanno stringendo a livello nazionale. Dopo Azione e +Europa che ha ottenuto il 30 per cento dei collegi, il nuovo patto elettorale stretto da Letta è con Sinistra italiana e Verdi che avranno diritto al 20 per cento dei collegi uninominali. Tradotto: i posti per i candidati dem rischiano di essere meno sicuri. Se, infatti, il Pd dovrà garantire 3-4 collegi uninominali ad Azione e +Europa a livello regionale e almeno due a SI e Verdi, il rischio che qualche alleato venga paracadutato in città c’è. E, dopo l’asse coi rosso-verdi, è matematicamente impossibile evitarlo. Almeno un collegio dovrebbe essere garantito ad Azione (si parla del presidente del partito, Matteo Richetti, ma circola anche il nome dell’ex assessore dem Marco Lombardo) o (meno probabile) qualcuno di Sinistra italiana o Verdi.
IL RISIKO
Ciò significa che anche alcuni nomi forti dem agli uninominali – come Virginio Merola e Andrea De Maria – potrebbero avere vita meno facile. Soprattutto se spuntassero big Pd extra territorio. Da giorni circola la possibile corsa di Gianni Cuperlo in città, sebbene l’ex presidente Pd abbia fatto trapelare che non verrà candidato nel collegio bolognese. Restano quasi certe le candidature (in chiave nazionale) della presidente dem Valentina Cuppi e Elly Schlein (che essendo in quota Articolo 1 potrebbe anche correre a Ravenna al posto di Vasco Errani), oltre che di Sandra Zampa. Francesco Critelli se la gioca per Base riformista. Tra i Verdi, intanto, iniziano a circolare i primi nomi del territorio. Tra i più papabili al proporzionale c’è quello della consigliera regionale Silvia Zamboni.
ros. carb.