
Lo scrittore Paolo Nori vive a Bologna da anni. É fra i finalisti del Premio Strega
Nella dozzina più ambita, quella dei finalisti del prestigioso Premio Strega, c’è anche un po’ di Bologna. E questo grazie allo scrittore Paolo Nori, che da molti anni ha scelto di vivere nella nostra città, dove ha da poco presentato il libro risultato poi nel gruppo ristretto (si partiva da 81 titoli): si tratta di Chiudo la porta e urlo (Mondadori), presentato da Giuseppe Antonelli. "Ma guarda", si è limitato a scrivere Nori sui suoi social, mentre fioccavano le congratulazioni. Fra i nomi che in queste ore sono fra i favoriti assieme allo scrittore originario di Parma, classe 1963, ci sono Andrea Bajani, con L’anniversario (Feltrinelli) e Nadia Terranova con Quello che so di te (Guanda). C’è poi un’altra autrice vicina al nostro territorio, quello di Deborah Gambetta (in pista con Incompletezza. Una storia di Kurt Godel, edito da Ponte alle Grazie): sotto i portici ha studiato, vivendo anche in Romagna.
Ma, in vista della cinquina finale, che sarà proclamata il 4 giugno, gli occhi sono ora puntati su Nori e sul libro che attraversa l’avventura poetica del romagnolo Raffaello Baldini. "Mi sembra – ha spiegato di recente su queste pagine Nori – che I’esperienza di leggere Baldini abbia come conseguenza il fatto di rivedere la tua città, la tua strada, i tuoi amici, le tue fidanzate, i tuoi treni, sentire la voce di tua mamma che ti chiede cos’hai, rivedere la prima panchina dove ti sei seduto con una ragazza, la prima volta che hai fatto una firma, quando hai giocato a nascondino da piccolo...". E dunque, concludeva, "come fai a non raccontarlo. Eh? Allora non so se, nel romanzo, sono io a essere dietro Baldini o se è Baldini a essere dietro di me". Baldini, nato a Santarcangelo di Romagna nel 1924 e morto a Milano nel 2005, firmò diverse raccolte in dialetto. Per Nori, una voce "che mi ricorda Puškin".
Dal poeta romagnolo, dunque, ai grandi, amatissimi, autori russi. "Quando lesse il Mastro e Margherita’– diceva sempre al Carlino Nori – Eugenio Montale disse che quel romanzo era ‘Un miracolo da salutare con commozione’. La stessa cosa, in generale, io la provo per la letteratura russa". E se Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostojevskij è stato finalista del Campiello nel 2021, è frutto di una ricerca instacabile anche uno degli ultimi volumi, Vi avverto che vivo per l’ultima volta (Mondadori), la storia della poetessa russa Anna Achmatova. La produzione letteraria però è amplissima, molta nata a Bologna, in cui Nori si è trasferito nel 1999. A ulteriore testimonianza del legame con la nostra città, lo scrittore ha anche dedicato un monologo a Bologna, in occasione del Festival dei portici nel 2023. "Mi sono sentito completamente bolognese nel 2016 – spiegò nell’occasione – quando per la prima volta ho risposto ’altro’ a un negoziante".
le. gam.