CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Padovani tenta ancora il suicidio, relazione dei medici della Dozza: “Vada nel carcere psichiatrico”

Sarà trasferito su richiesta dell’istituto di pena di Bologna. Condannato all’ergastolo, spera nelle attenuanti. La sorella di Alessandra Matteuzzi: “Vuole sottrarsi al carcere”

Giovanni Padovani (a sinistra), 30 anni, assassino reo confesso di Alessandra Matteuzzi (a destra)

Giovanni Padovani (a sinistra), 30 anni, assassino reo confesso di Alessandra Matteuzzi (a destra)

Bologna, 1 febbraio 2025 – Giovanni Padovani ha tentato di uccidersi due volte in carcere nell’ultimo mese, non riesce a stare con gli altri e manifesta “difficoltà di relazione con l’ambiente” e gravi disagi. Per questo, si va verso una nuova richiesta di applicazione dell’ex art. 111: si auspica, cioè, che sia assegnato a un istituto per soggetti affetti da infermità o minorazioni psichiche.

Lo scrive la direzione sanitaria del carcere di Bologna (dove si trova da settembre), nella relazione di pochi giorni fa (28 gennaio): a breve, l’ex calciatore di 30 anni che nel 2022 ha ucciso a martellate, pugni e colpi di panchina la ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, dovrebbe tornare nella sezione psichiatrica (Atsm) del carcere di Reggio.

A novembre gli è stato confermato l’ergastolo in Appello per omicidio aggravato da motivi futili, premeditazione e stalking. La Corte ha rigettato le istanze della difesa (avvocato Gabriele Bordoni) di acquisire gli esiti della risonanza magnetica cerebrale che aveva rinvenuto una ciste nel cervello di 10 millimetri e di disporre nuovi test per capire se al momento del delitto lui fosse “perfettamente a posto”, dice il legale, e non invece in uno stato di “alterazione”.

“Invoco le attenuanti su una base riconosciuta da strutture psichiatriche sanitarie non della difesa, ma pubbliche delle carceri – le parole di Bordoni oggi, alla luce dei nuovi elementi –. Non possiamo sminuire una schiera di professionisti di Bologna, Piacenza, Reggio”.

“Conosco il suo lato più subdolo, (Padovani) ha sempre fatto di tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi – le parole di Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra, che scoppia in lacrime –, lo faceva anche con mia sorella. Io tuttora ho paura di lui. E oggi, invece di dire che ha fatto una cosa atroce e assumersi le sue responsabilità, continua a cercare un escamotage per sfuggirvi. Quanto ha fatto a mia sorella è indicibile, gli hanno dato tutte quelle aggravanti e ora non si può sminuire tutto. Non accetta il carcere. Io capisco che lui stia male, ma non è l’unico. Mia sorella non c’è più”.

È scritto nero su bianco, fa notare Bordoni, sotto il capitolo ’Diagnosi’ (relazione Atsm di Reggio, 18 settembre 2024) che Padovani ha il “disturbo di personalità borderline con tratti narcisistici, dipendenti, paranoidi”. Quello “stato di alterazione importante ha inciso sul suo comportamento. Da mesi – dice Bordoni – chiediamo siano svolti esami di approfondimento”.

Sono attese in questi giorni le motivazioni dell’ergastolo in Appello. “Proprio il mancato approfondimento delle condizioni di salute psichica sarà l’oggetto principale del ricorso, anche in chiave del riconoscimento dei presupposti delle attenuanti generiche”.

Ho fatto una cosa orribile ed è giusto che paghi – così Padovani, ieri, dal carcere di Bologna, dove si trova in regime protetto –, chiedo solo sia riconosciuto il mio stato di profonda alterazione quando ho agito, come dicono tutti gli psichiatri che mi seguono. Una sentenza deve portare a giustizia e non a vendetta”. “Lui continua a ‘vederla’ – aggiunge Bordoni –, dicono che parli nel sonno gridando il nome di Alessandra”.