FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Padovani, la perizia psichiatrica e l’occhiolino all’avvocato. “E’ la prova che è lucido”

Un frame del video dell’interrogatorio al centro dell’attacco della famiglia Matteuzzi. Ma la difesa dell’imputato rilancia: “Sapeva di essere ripreso: se l’ha fatto, è proprio perché era offuscato”

Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

Bologna, 6 dicembre 2023 – Ci sono venti secondi estrapolati da un interrogatorio durato oltre tre ore. In questi venti secondi, c’è un istante. Un occhiolino, rivolto dall’interrogato – Giovanni Padovani, il ventottenne che ha ucciso a martellate, calci, pugni e colpi di panchina la ex Alessandra Matteuzzi, all’agosto 2022 – al suo avvocato, Gabriele Bordoni.

Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

Un gesto che, per gli avvocati di parte civile al processo per omicidio contro Padovani, Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini in rappresentanza dei familiari di Sandra, non lascia dubbi: Padovani non solo è lucido, ma discute con cognizione di causa la sua strategia difensiva, e questo gesto ne è la prova.

"Abbiamo ritenuto di portare l’attenzione della Corte d’assise sul filmato dell’interrogatorio reso da Padovani ai pm lo scorso 15 febbraio 2023, in un punto del quale si nota chiaramente come lo stesso imputato, impegnato a confrontarsi con il proprio legale circa l’esistenza di una messaggistica intercorsa tra la propria madre ed Alessandra Matteuzzi, conclude lo scambio strizzando l’occhio al medesimo difensore, quale gesto di intesa – commentano gli avvocati Rinaldi e Petroncini –. A nostro avviso tale comportamento indica che Padovani era perfettamente lucido, in un momento in cui i suoi consulenti sostenevano il contrario, ed era pure estremamente attento al comportamento che riteneva utile alla propria difesa. Non ci stupisce quindi – è la conclusione – che la perizia abbia concluso per la piena capacità di intendere e volere dell’imputato e che la Corte abbia rigettato le richieste della difesa sull’effettuazione di nuovi accertamenti in merito".

I venti secondi in questione sono stati depositati ieri l’altro alla Corte che sta giudicando Padovani per l’accusa di omicidio aggravato da stalking, premeditazione, futili motivi e legame affettivo con la vittima. Nei frame l’ex calciatore, all’epoca nel carcere della Dozza, si rivolge al suo avvocato, davanti ai pm: "Posso fare presente che in quei messaggi lei tre giorni prima dice una cosa e poi mi chiama a stare insieme a casa sua?", è lo scambio al termine del quale c’è l’occhiolino nel mirino. Il verbale dell’interrogatorio era già agli atti del dibattimento, così come il video integrale.

La tesi degli avvocati della famiglia Matteuzzi, però, è rigettata con forza l’avvocato della difesa, Bordoni: "Per essere seria, la valutazione delle condizioni di Padovani nel corso di oltre tre ore di interrogatorio, sospeso più volte per le sue crisi, va operata nella sua complessità. Assegnare significato a un gesto dell’imputato al difensore, ben sapendo di essere ripreso, mi pare insensato. Semmai quel gesto, anche a volerlo intendere come lo si propone, rivela l’assoluta mancanza di lucidità di Padovani in quel frangente".