Quasi quattromila persone si sono recate al Cau, il Centro assistenza urgenza, di Budrio dal primo novembre, giorno dell’inaugurazione, al 4 febbraio e circa 1.600 i pazienti che si sono rivolti al Cau di Vergato e oltre 2.000 in quello di Casalecchio di Reno. I problemi per i quali le persone si rivolgono ai medici di queste nuove strutture sono prevalentemente di tipo ortopedico, circa il 20 per cento degli accessi. Seguono le patologie gastrointestinali, dermatologiche, cardiovascolari. I tempi di attesa per la visita, sia a Budrio che a Vergato, sono mediamente di un’ora e 35 minuti. Per quanto riguarda il Cau di Casalecchio, secondo i primi rilievi effettuati dall’Azienda Usl, la sua apertura ha già portato un sensibile alleggerimento al Pronto soccorso del Maggiore. Dato che è stato osservato prendendo a campione una giornata di dicembre, periodo particolarmente complesso per l’alto numero di ammalati a causa di influenza e Covid: le persone affluite a Casalecchio sono state circa 80 ed è presumibile che se non ci fosse stata l’alternativa del Cau si sarebbero recati al Maggiore.
Nel corso del Comitato di Distretto socio-sanitario dell’Appenino bolognese, sono poi stati illustrati diversi dati riguardanti i pazienti del Cau di Vergato: nel 60 per cento dei casi si tratta di persone tra i 18 e i 64 anni, mentre gli ‘over 74’ si attestano sul 19 per cento, un dato che ricalca quella che era l’utenza del Pronto soccorso. Secondo la rilevazione degli accessi fino al 16 gennaio, la maggior parte di pazienti arrivava dalla stessa cittadina di Vergato, 426, seguiti da quelli di Grizzana Morandi 130, Castel d’Aiano 42, Marzabotto 219, Alto Reno 24, Gaggio Montano 31, Castel di Casio 7, Lizzano in Belvedere 8, Castiglione dei Pepoli 8, San Benedetto Val di Sambro 17, Monzuno 46, Camugnano 23, mentre da Sasso Marconi, Valsamoggia, Casalecchio, Monte San Pietro sono arrivati 158 pazienti.
Soddisfatto di questi primi bilanci relativi ai due Cau, il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon: "Nelle realtà di Budrio e Vergato osserviamo gli stessi numeri di utenti che prima andavano nei Pronto soccorso, con una differenza su Budrio, dove c’è un medico in più, e riguarda l’attesa che adesso è di un’ora e 35 minuti, cosa altamente positiva. Funziona il protocollo di presa in carico per le patologie complesse, quindi se una persona arriva e il problema non è da Cau ma deve essere trattato dal Pronto soccorso viene subito attivato il 118, mentre gli esami effettuati come l’elettrocardiogramma vengono teletrasmessi per una diagnosi più veloce".
Bordon annuncia poi che nella prossima Conferenza socio sanitaria territoriale, assieme ai sindaci, si valuterà l’avvio di nuovi Cau anche in provincia: in ipotesi c’è la creazione di una struttura a Crevalcore. "Dall’illustrazione dei dati dell’attività del Cau da parte dell’Azienda Ausl emerge come l’accesso da parte dei cittadini sia sostanzialmente sovrapponibile all’attività del Pronto soccorso nel periodo pre-Covid, dato questo sicuramente positivo – afferma Giuseppe Argentieri, sindaco di Vergato –. Considero molto positivo anche il fatto che tra fine marzo e inizio aprile si svolga il concorso per la nomina del primario, auspicando una volontà concreta di potenziamento del reparto di medicina generale, sia nel personale medico e infermieristico che nelle apparecchiature operative da parte della dirigenza aziendale e dell’assessorato regionale. Ringrazio Onlus per la vita che conferma il suo decennale impegno a favore della struttura vergatese effettuando l’ennesima donazione di apparecchiature".